Mostra Fotografia 2017: a Reggio Emilia Strand e Zavattini
Anche quest’anno si svolge a Reggio Emilia la consueta rassegna Fotografia Europea 2017; come sempre molti sono gli appuntamenti e le mostre che ci attendono nella città emiliana. Fra queste incuriosisce particolarmente “Un Paese. La storia e l’eredità”, mostra del fotografo Paul Strand e dello scrittore Cesare Zavattini presso Palazzo Magnani (fruibile dal 5 maggio al 9 luglio).
Un Paese. La storia e l’eredità: l’arte di Strand nella mostra
Il fotografo e videomaker americano Paul Strand si batté fin dagli inizi del novecento affinché la fotografia diventasse una vera e propria materia di arte; Paul, già allievo di Stiglitz, con le sue immagini in bianco e nero ha rivoluzionato il modo di vedere la realtà, creando una nuova lente per la comprensione profonda del mondo. Un mondo immerso nel reale ma non per questo meno artistico. Anzi il suo sforzo è stato proprio quello di rendere artistico un mondo scevro da possibili orpelli di natura trascendentale.
Un volto è un volto, una donna è una donna e una guerra è una guerra. Persone, fabbriche e case che determinano l’antropologia del fotografo e fanno svelare l’essenza stessa della caducità umana. In questo realismo black and white si snoda infatti la verità cruda di uomini, donne e delle nostre stesse storie; fatte di lavoro, di viaggi e di sguardi. In sei decenni di lavoro Paul Strand è stato testimone volontario dell’evoluzione degli uomini e della società, mostrando un paese ed un mondo che cambiano; sempre in divenire.
Il pensiero costante è che l’uomo stesso e le sue faccende non rappresentino solo sé stessi ma che in un gioco di specchi riflettano anche i nostri cambiamenti e le nostre aspettative disilluse. Sicuramente se ne evince una modernità non solo apparente, non solo di posa ma che spinge lo spettatore oltre il presente e oltre sé stesso. Non per niente lo stesso Paul Strand divenne anche cameraman, cambiando il mezzo ma non il fine: l’attenta analisi del reale.
Un Paese. La storia e l’eredità: Zavattini in mostra
Interessante è la collaborazione che viene narrata in questa mostra, con Cesare Zavattini, soggettista, sceneggiatore e scrittore di un paesino della bassa Padania, Luzzara. Il fotografo collaborò al suo libro “Un Paese” uno dei primi libri fotografici italiani, nel quale Zavattini raccontò la vita rurale del proprio paese attraverso le parole, mentre Paul Strand lo fece con le immagini significative di un popolo e della sua storia. Ancora una volta una storia di gente comune, dove lo straordinario si trova in semplici gesti e in ritmi scanditi da un tempo preciso e tiranno; affresco e ritratto di una Italia del dopoguerra, dove ritroviamo e scopriamo un presente incastonato in un passato rurale.
Queste foto e questi scritti per l’ennesima volta fungono da ponte fra i due tempi e ricercano la sintesi di ciò che siamo proprio attraverso questo “scarto generazionale” su cui si fonda il concetto di modernità. Un luogo preciso, diverso da tanti altri ma che magicamente contiene tutto. Quel tutto che poi rappresenta l’umanità stessa in ogni sua sfaccettatura. Singoli volti e singoli scatti che diventano memoria collettiva, quasi archetipi universali di una transizione che ci coglie, per fortuna, tutti impreparati. Forse andare a sbirciare le fotografie e le storie di questa mostra potrebbe essere un buon punto di partenza per vedere da dove veniamo e forse provare a capire dove stiamo andando.