Morte Carlo Azeglio Ciampi: Gli errori commessi dall’ex Presidente in politica
Ieri è morto Carlo Azeglio Ciampi e come spesso capita, quando un uomo pubblico muore, alcuni ricordano solo i suoi lati postivi, mentre altri per l’amore della verità danno risalto anche ai suoi lati negativi. Ecco i principali errori di Ciampi.
Dopo la morte avvenuta ieri , molti hanno tessuto le lodi del decimo presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, altri invece hanno affermato che alcune ombre sparse nella sua storia lascino forti dubbi sulla correttezza di onorarlo.
Gli sbagli che Ciampi ha commesso, li ha fatti (forse) più come governatore di Bankitalia, che come uomo di governo, anche se anche come uomo politico ha le sue colpe. I suoi due principali errori come uomo di governo sono stati certamente l’essersi fissato con il cambio lira-euro e l’aver concesso il giorno dopo le elezoni del 1994 la licenza per i telefonini alla Omnitel di Carlo De Benedetti.
Veniamo ora alle sue colpe come governatore della Banca Centrale. Innanzitutto venne eletto governatore di Bankitalia dopo che alcune inchieste infondate avevano coinvolto i suoi due superiori gerarchici, Paolo Baffi e Mario Sarcinelli.
Nell’estate del 1981, dopo una una serie di lettere e telefonate scambiate tra Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, si decise che la Banca d’Italia non sarebbe stata più costretta durante le aste a comprare i titoli di stato rimasti invenduti durante le aste indette dal Tesoro; questo divorzio portò in 2 anni la spesa per gli interessi sul debito, ad arrivare a quelli che oggi sarebbero 40 miliardi di euro. Inoltre tutto questo portò la lira dall’essere pubblica (chi ha dei soldi di epoche passate può controllarlo) come attesta la scritta su di essa riportata: “REPVBBLICA ITALIANA – Biglietto di Stato” ed un esempio ne è la 500 lire di carta usata dal 1966 al 1985, al diventare privata e recante la scritta: “BANCA D’ITALIA-pagabili a vista al portatore”.
Nel 1992 una violenta speculazione che si abbattè sulla Lira, costrinse la nazione ad una strenua ed inultile difesa della sua moneta, inutile perché l’Italia fu costretta a svalutare la Lira ed ad uscirsene insieme alla sterlina inglese dallo Sme. Tutto questo fu negativo per l’Italia, non certo per l’Europa, la quale dopo che vide la Danimarca nel referendum di giugno respingere il Trattato di Maastricht si sarebbe vista toccare la stessa sorte anche nel referendum francese di settembre. Secondo Antonio Fazio il suo predecessore (Ciampi) per difendere questo cambio irrealistico sprecò 48 miliardi di dollari.
Nell’estate successiva, quella del 1993, quando tra alcune insiegabili esplosioni ed alcuni arresti, venne redatto il decreto legislativo che creava la banca universale, nel quale si aboliva la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento, questa scelta ha contribuito alla crisi economica che viviamo in questi tempi. Il Presidente del Consiglio era lo stesso Ciampi che nel 1981 aveva sancito il divorzio tra il Tesoro e la Banca d’Italia.
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