Minacce a Luigi Di Maio su Twitter: ”Ti vogliamo morto”
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha ricevuto delle minacce di morte accompagnate da messaggi di discriminazione su Twitter.
Luigi Di Maio è stato oggetto di minacce di morte da parte di un account Twitter che ha rilanciato a ripetizione frasi del tenore ”ti volgiamo morto insieme a tutti i napoletani”. Solidarietà dal mondo della politica.
L’uso distorto dei social network continua a essere protagonista della comunicazione politica del nostro Paese. L’ultimo spiacevole episodio è avvenuto queste ore quando un account Twitter di non chiara provenienza ha iniziato a inveire contro il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con frasi come ”ti vogliamo morto”, ”dovete morire tutti” e altre frasi del genere. L’ex capo politico pentastellato ha ricevuto la solidarietà di diversi colleghi di Governo.
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Minacce a Luigi Di Maio su Twitter
L’attacco social al ministro degli Esteri Di Maio è partito da un account registrato come ”Carla” che ha iniziato a inveire contro l’esponente grillino con frasi estremamente forti e connotate da un certo livello di discriminazione territoriale nei confronti dei conterranei del ministro. Il Movimento 5 Stelle ha ovviamente reagito facendo quadrato intorno al suo ex capo politico che ha incassato la solidarietà del vice ministro alla Salute Sileri e di altri volti noti del Movimento tra cui, naturalmente, il reggente Vito Crimi.
Solidarietà dal mondo della politica
Il mondo della politica ha espresso in maniera abbastanza compatta una condanna verso le minacce a Luigi Di Maio avvenute sui social. Il dem Fiano ha affermato la necessità di denunciare ”il clima di odio sui social” augurandosi che i responsabili di tali minacce vengano individuati dalle autorità.
Anche Italia Viva esprime disappunto nei confronti di un ”clima di odio intollerabile” mentre il forzista Baldelli, oltre a condannare l’accaduto, ha aggiunto che in passato ”sul clima d’odio è stato costruito il consenso” lanciando trasparire il pensiero che infondo quanto accaduto sia anche responsabilità di un escalation nei toni del dibattito politico degli ultimi anni.