Michele Telari: l’anima di New York attraverso i racconti di un’artista
Michele Telari ha 38 anni, una pennellata suggestiva e dal tratto “urban” e una profonda conoscenza di diverse tecniche pittoriche, che padroneggia con maestria. Acquerelli, acrilici, olii e tempere, per dirne alcune. Telari è senza dubbio uno degli orgogli italiani, un’artista dall’animo umile partito da zero, che si sta ritagliando nello scenario artistico italiano e internazionale la sua “fetta”, con tenacia e con la sola forza del suo operato e studio instancabile. Un esempio a rincorrere i propri sogni affinché si trasformino in realtà tangibile e vera.
Michele Telari: un omaggio alla metropoli che tutti amiamo
E’ attraverso il suo sguardo sensibile che vogliamo raccontarvi la New York più romantica e suggestiva, quella dalle linee a tratti nette, a tratti indefinite. Per renderle omaggio, oggi più che mai e ribadire, ancora una volta, che il terrorismo non l’ha avuta vinta sulla Patria delle opportunità; e che anzi, sebbene abbiano provato a cancellare il simbolo iconico di New York, scagliandosi con efferata violenza contro le Torri Gemelle, essa sia ancora l’ombelico del mondo in cui confluiscono culture, sapori e colori da ogni angolo della Terra.
I Social, un’improvvisata Caffetteria nel Mondo
Nell’era della tecnologia e dei social, dove basta davvero poco per azzerare le distanze e avere l’occasione di confrontarsi vicendevolmente sembrerebbe davvero facile intavolare una conversazione. Eppure, sempre più spesso sono proprio i social e i nuovi progressi nella telefonia mobile ad aver azzerato, quasi del tutto, i dialoghi”vis a vis” di un tempo. Per questo mi ha sorpresa, e non poco la chiacchierata (più che l’intervista) a Michele Telari.
Lo “incontro” tramite Facebook, davanti ad una tazza di Earl Grey fumante; ho ancora il browser aperto sui suoi lavori e contemplo rimirata alcuni schizzi. Oggi, fuori è una giornata uggiosa, par che anche il cielo pianga la dipartita delle anime tragicamente scomparse.Ma l’impressione è quella d’essersi incontrati davvero dal vivo, davanti a un rovente caffè d’asporto, in una pittoresca caffetteria di New York. Mi colpisce la sua giovialità, lo “sguardo” aperto e fiducioso sul mondo e l’instancabile voglia di mettersi ancora in gioco.
- Buon pomeriggio Michele. Come ben sai oggi ricorre il sedicesimo anno dagli attentati alle Torri Gemelle. Sicuramente, come tutti, nel mondo avrai un ricordo ben definito di quel giorno. Ti andrebbe di raccontarcelo?
Si certo, non ti nascondo che il mio primo pensiero questa mattina è stato proprio il ricordo di 16 anni fa…Mi trovavo in casa, tutte le televisioni davano lo stesso scenario, la stessa grande tragedia che aveva colpito New York e allo stesso tempo il mondo intero.
Il mio amore per gli Stati Uniti inizia da quando avevo circa 14 anni, e vedere le Torri Gemelle crollare è stato un po’ vedere sgretolarsi un qualcosa che non avrei mai più avuto la possibilità di ammirare dal vivo, con la paura di nuovi attentati…e tutto quello che purtroppo hanno portato con sé.
- Sono fermamente convinta del fatto che per ogni artista vi sia l’impellente necessità di dare una propria visione del mondo attraverso i propri lavori. Se oggi, nel 2017 le Twin Towers ci fossero ancora, pensi che avresti realizzato qualcosa in merito? E se si, hai mai pensato a come avresti potuto ritrarle?
Si, sicuramente avrei realizzato qualche opera con loro, erano talmente belle! Oggi, in tutta sincerità non ho avuto ancora il coraggio di ritrarle, c’è un velo di assoluto “rispetto” che mi blocca. Sono certo che non riuscirei a dargli la giusta “forza”…e fino ad ora non ho mai studiato un quadro con loro. Se mai le dovessi dipingere, sicuramente userei la scala dei grigi…un ricordo elegante e maestoso di quello che hanno rappresentato per tutti i newyorkesi e non solo.
- Tutti amano New York per una ragione specifica, anche chi non c’è mai stato, è innegabile..qual è la tua? E come mai l’hai eletta a musa ispiratrice, per i tuoi lavori?
Amare New York è facilissimo: amore a prima vista. E’ una città talmente dinamica che ti trascina con sé; tutto il mondo secondo me è concentrato in New York! Ovviamente l’ho sempre vista come una città delle mille opportunità e per me in realtà lo è stata: il classico e famoso sogno americano che si avvera. Ho sempre sognato di esporre a New York e ci sono riuscito con molto successo… un sogno che avevo veramente da adolescente! Ho lavorato circa 3 anni dedicando ogni opera a New York e ai suoi scorci, ai suoi mille “paesaggi” urbani. Credo in alcuni di aver colto anche la sua essenza, se così vogliamo chiamarla… o per lo meno l’ho sentita meno “straniera”, più mia!
- E infatti sei riuscito a trasformare questo sogno in realtà, esponendo il tuo lavoro presso la One Art Space Gallery a Manhattan, dico bene? Quando, come e dove hai ricevuto questa splendida opportunità? Raccontaci quest’emozione.
Si, ho esposto alla One Art Space Gallery di Manhattan proprio a giugno. Immagina la mia emozione, dopo tanto lavoro arriva finalmente la possibilità di esporlo in una grande galleria di New York. Tutto è nato quasi per caso, i social hanno fatto la maggior parte del lavoro. Tramite il mio profilo Instagram , una curatrice d’arte di New York ha notato i miei lavori e abbiamo avuto modo di confrontarci, non nascondendole il mio grande desiderio di esporre proprio nella Grande mela. Il gallerista, vedendo le mie opere rimase molto colpito dal tratto fresco e diretto dei miei lavori e da quanto ne avessi “sviscerato” l’anima. Andai a New York , insieme al mio Manager e avvocato Fabrizio Ceccarelli e fu un’esperienza unica! Ovviamente il mio sogno è quello di avere in futuro uno studio, proprio a New York dove lavorare e preparare i miei lavori per le prossime esposizioni. Ma la cosa importante era esserci, era esporre in questa meravigliosa città.
- Sarebbe fantastico e noi di Newsly.it te lo auguriamo con tutto il cuore. Hai un angolo di New York che ti è particolarmente caro? E se si, per quale motivo?
Sicuramente Central Park, un luogo magico. Ho un ricordo meraviglioso: in bicicletta, con la mia fidanzata…il sole, gli scoiattoli, i grattacieli che svettavano in cielo e quel senso di libertà che sicuramente solo a New York si può respirare! Lì ho capito veramente che amavo New York.
- Central Park, insieme a Bryant Park è stato il luogo dove più ho sentito l’anima variegata di New York, proprio come te. E di quest’anima vibrante voglio che tu ci dia testimonianza diretta. Potendola paragonare ad una presenza fisica e tangibile tu, a chi sentiresti di affiancarla? Molti autori del tempo la identificavano in una donna…ma di che età? Sorprendici.
È una bella domanda…credo che non abbia un’età precisa, ha talmente tante sfaccettature che secondo me la rendono unica al Mondo! Secondo me Central Park più che una donna….e’ una vera e propria anima, una grande anima che in qualche modo “custodisce” e “protegge” i suoi visitatori, che siano di passaggio o abituali…ecco, una grande e colorata anima!
- Una custode naturale dell’uomo insomma, nel bel mezzo di una metropoli di asfalto e acciaio. Un bel paradosso, ma New York è anche questo, no? Eppure per te è stata davvero la patria delle opportunità. Cosa consiglieresti ai giovani che sognano una possibilità come la tua, ma che ancora non hanno il coraggio di farsi avanti, nel timore di non farcela?
Di insistere, di provare! New York è sicuramente la patria delle opportunità e delle possibilità, anche se mi sento in dovere di dire che è anche una città attenta a tutto ciò che viene proposto, una città molto preparata. Ed è una bella sfida sorprenderla, ma ne vale veramente la pena. Un bel viaggio a New York ti fa tornare cambiato in tutti i sensi, ti riempie il cuore e ti carica di energia, una fonte inesauribile di ispirazione.
- Una sfida che però ti ha visto finalmente vincitore. Prima di lasciarti vorremmo sapere se hai altri progetti sulla Grande Mela in corso, qualche dettaglio inedito sul tuo lavoro e le prossime mostre. Ti va di anticiparci qualcosa?
Sicuramente tornerò presto a New York per un’altra esposizione in Galleria, ma per adesso sto organizzando una mostra in California. Nel mirino le gallerie di San Francisco e Los Angeles. Per ora sto preparando una serie di opere dedicate alla storia e alla politica americana, opere molto grandi e d’ampio impatto visivo ed emozionale! Intanto ad ottobre una mostra a Roma, poi si riparte per gli States.
- Un’agenda praticamente fitta di impegni. Auspico vorrai assicurarci allora l’esclusiva di un’intervista, non appena esporrai in California. Sarà un piacere seguirti nel tempo, attraverso la tua fantastica esperienza in America. Ce lo prometti?
Ma certo! E con vero piacere! Sei stata gentilissima e sarà mia premura aggiornarti sulle prossime iniziative americane.
- Allora non ti rubiamo altro tempo prezioso. Grazie ancora della tua disponibilità e di averci donato istantanee speciali della tua esperienza newyorkese. Non resta che stringerci virtualmente la mano e dirci “Arrivederci e… alla prossima!”
Spero di sentirti presto per nuove interviste. Buona giornata!