Le meteore Orionidi fra stasera, 21 ottobre e domani 22 incroceranno di mille strali argentei il nostro Cielo, rendendo questo ottobre inoltrato ancor più speciale di quanto già non sia per tutti gli amanti dell’autunno. Se siete stati piuttosto attenti avrete notato che anche il colosso Facebook, Mark Zuckerberg abbia dedicato ieri all’alba un post all’evento celeste e certo non si può dire che non sarà, questo un weekend davvero magico. Scopriamo insieme dettagli e curiosità della pioggia di stelle cadenti più suggestiva dell’anno.
Meteore Orionidi: origine del nome e dintorni
Una pioggia di meteoriti anacronistica per il periodo. Una moltitudine di stelle cadenti in pieno, inoltrato ottobre. Le meteore Orionidi, così speciali poiché fanno coincidere l’evento astronomico con l’Autunno devono il proprio nome alla costellazione di Orione da cui si originano. Infatti tutte le meteore, per la nomenclatura assumono il proprio nome dal radiante, ovvero il punto da cui si dipartono; punto che si trova proprio all’interno della costellazione, in una porzione di cielo posta a nord della seconda stella più luminosa di tutta la formazione. Per riuscire ad osservarle vi basterà concentrare lo sguardo a Est, su Betelgeuse, non perdendo di vista la zona di poco a nord della stella.
Per comprendere la portata di questo evento celeste che, ahinoi in pochi ancora conoscono, si potrebbe impropriamente paragonare la caduta delle meteore al ben più noto evento di San Lorenzo. Questo per fornirvi, al riguardo un’idea della portata di visibilità che ci si aspetta in serata. Una differenza sostanziale la farà il luogo da cui stasera e domani guarderemo le meteore Orionidi: l’inquinamento luminoso delle grandi città italiane, rispetto alle zone in montagna o al mare permetteranno più o meno di osservare distintamente il tutto.
L’osservazione dei Cieli nell’Antichità
Anche su questo punto, in molti ignorano ancora che peso abbia sulla visibilità dei cieli notturni l’alterazione di luce artificiale operata dall’uomo. Detta appunto inquinamento luminoso, si tratta di luce essenziale per provvedere adeguatamente all’urbanizzazione delle nostre città moderne. In tempi che affondano le proprie radici negli albori della Storia, ciò che oggi releghiamo ad eventi di portata eccezionale potevano rimirarsi in alternanza di stagioni. Idem per congiunture astronomiche specifiche et similia, con un occhio di riguardo senza dubbio maggiore.
Un evento astronomico come quello delle Meteore Orionidi subìva una venerazione conscia in quanto veniva tributato allo stesso una natura sovrannaturale. Fin dall’Antico Egitto si riconosceva, infatti alle piogge di meteoriti e alle eclissi la provenienza extra-terrestri; e se ne parlava nei geroglifici che ora adornano l’interno di piramidi, templi e mausolei. Alcuni documenti come, fra i tanti un testo sumerico databile al 1900 a.C. ci parla di un prezioso campione di “ferro meteorico” caduto dal cielo. E le testimonianze storiche non si fermano qui ma proseguono con cronache cinesi e greche del VI secolo a.C.
Date astronomiche da segnare in agenda
Ad ogni modo, per chi se lo stesse chiedendo i meteoriti Orionidi sono semplicemente residui di una ben più nota cometa. Stiamo parlando della cometa Halley, il cui ultimo passaggio (detto perielio) è avvenuto il 9 febbraio 1986. Il prossimo se lo aggiudicheranno i nostri futuri pro-nipoti nell’estate 2061. In ogni caso comunque questi “residui” sono contemplabili dalla Terra sin dal 2 ottobre e fino al 7 novembre. Il picco però, ovvero il momento in cui potremo vederle distintamente ad occhio nudo cade fra 21 e 22 ottobre, in particolare stanotte.
Meteore Orionidi: il picco di questo weekend, quando e come vederle
E, non per una suggestione maggiore ma affinché il radiante sia ben alto nel cielo dovremo attendere la mezzanotte, quando la frequenza di caduta delle meteore sarà più alta. Per gli appassionati che non potranno permettersi alzatacce notturne però, nessun problema: ancora una volta ci verranno in aiuto gli streaming di siti internazionali come la Nasa e Slooh. Il fenomeno delle Meteore Orionidi dunque diviene osservabile ogni volta che l’orbita terrestre incrocia, per così dire, la scia della cometa.
Diversi fattori possono contribuire a favorirne la visibilità delle stesse. Validi esempi sono la possibile assenza di luce lunare e l’alta frequenze di scie luminose ( tra le 20 e le 30/h), grazie al moto della Terra. Ma, come già spiegato poco più su elementi di intervento dell’uomo quali l’illuminazione urbana delle nostre città o naturali quali la nebbia (a seconda della giornata e del tasso di umidità presente) e lo smog potrebbero davvero comprometterne lo spettacolo. Ma siate fiduciosi: tutti naso all’insù, per non perdersi la caduta delle Orionidi d’autunno!