Salvini in visita a Pozzallo accolto da fischi e contestazioni
Ieri, il ministro degli Interni Matteo Salvini è arrivato in Sicilia. La prima tappa è stata Catania, dove ci sarà la sfida per il Comune nella prossima tornata elettorale del 10 giugno. Ha parlato di politica nazionale, poi è andata in visita a Pozzallo, ma si è anche ritrovato sommerso dalle contestazione.
La Contestazione
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, all’hotspot di Pozzallo è stato salutato da bordate di fischi e da urla (“fascista”, “torna a casa” tra le tante cose gridate), da parte degli esponenti dei collettivi di sinistra e dei centri sociali. Il leader della Lega ha minimizzato: «Chissenefrega, ci sono cose più importanti che dobbiamo fare. Andiamo avanti».
C’erano due gruppi opposti. Il primo arrivato per contestare il leader della Lega con il passare del tempo si infoltisce e, quando Salvini è arrivato all’hotspot, entrando da un ingresso secondario, è stato accolto da ululati e coperchi di pentole che sbattevono al grido «Via Salvini».
Al fianco dei manifestanti un gruppo, meno numeroso, di persone ha intonato cori di tutt’altro tenore e al grido «Matteo, Matteo» ha applaudito l’arrivo del ministro. Tra loro sventolava anche una piccola bandiera italiana. Inevitabile che, dopo l’arrivo di Salvini, gli esponenti dei due gruppi siano andati allo scontro tra chi sostiene il «prima gli italiani» di marca leghista e chi invece pone l’accento sulle torture che i migranti subiscono nei loro Paesi. Volavano urla ma lo scontro per fortuna è rimasto solo verbale.
Il naufragio nel Mar Egeo
Sull’ennesima tragedia nel mar Egeo di ieri mattina, dove hanno perso la vita anche sei bambini, ha dichiarato: «Oggi altri morti in mare: il Mediterraneo è un cimitero. C’è un unico modo per salvare queste vite: meno gente che parta, più rimpatri. La vita è sacra e per salvarla bisogna evitare che salgano sulle carrette del mare. Da ministro farò di tutto, lavorando con quei governi, per evitare le partenze di quei disperarti che pensano che c’è l’oro in Italia. Non c’è lavoro per italiani, non c’e nulla di semplice. Al governo non ci sono né Batman né Robin. Obiettivo è salvare le vite. E questo lo si fa impedendo le partenze dei barconi della morte che sono un affare per qualcuno e una disgrazia per il resto del mondo. Stiamo lavorando senza bacchette magiche per ottenere meno sbarchi, più espulsioni, più sicurezza e per bloccare e tagliare un enorme giro d’affari. Pregare e commuoversi non basta, lavoro perché tutti gli organismi internazionali si impegnino per fermare partenze, sbarchi e morti». Inoltre ha aggiunto: «Sono stato al Viminale e ho aperto diversi fascicoli ha scoperto che in Italia il costo di assistenza per i richiedenti asilo è il più caro d’Europa e i tempi di rilascio delle autorizzazioni i più lenti. L’Europa è lontana e da lì arrivano novità dannose per l’Italia, ci daranno più immigrati. Spagna e Francia lasciano gli oneri a Italia». «Daremo risposte concrete – ha annunciato il ministro – Limitare sbarchi e aumentare le espulsioni significa salvare vite, lo dico semplice così lo capisce anche Saviano. Occorre chiudere il business della malavita sulla gestione migranti. La polizia sta facendo un grandissimo lavoro».
Le dichiarazioni del Sindaco di Pozzallo
C’è stato un confronto acceso, con giudizi e idee assai diverse, tra il primo cittadino Roberto Ammatuna e il neo Ministro degli Interni Salvini: «Ho detto al ministro che Pozzallo vuole essere una città di accoglienza e legalità. Non ho condiviso le sue parole di ieri ma l’incontro è stato rassicurante», ha spiegato al Giornale di Sicilia il sindaco esponente del Pd. Sul timore che Salvini, assieme all’accordo con Di Maio, possa arrivare a chiudere l’hotspot di Pozzallo, è stato ancora Ammatuna ad esternare il suo pensiero: «Non penso che il ministro possa pensare di chiudere una struttura così fondamentale. Spero che l’interlocuzione virtuosa che c’era con Minniti continui ma il ministro mi è parso molto aperto».
Salvini ha concluso la sua visita siciliana a Modica.