Marco Pantani, 13 Anni dalla Morte: Video Ricordo
Sono passati tredici anni da quel doloroso 14 febbraio del 2004, giorno in cui il mondo dello sport pianse la morte di Marco Pantani, ciclista soprannominato “Il pirata” per via dell’uso della bandana e del suo orecchino, un professionista delle due ruote che, nel corso della sua decennale carriera, ha totalizzato ben 46 vittorie vincendo sia un Giro d’Italia che un Tour de France.
Un atleta degno erede di miti come Fausto Coppi e Felice Gimondi, ma al tempo stesso un uomo fragile che non è riuscito a sopportare le accuse e la squalifica per doping del ’99. Più volte definito “l’eroe ucciso due volte”, Pantani ha accusato la troppa sovrapposizione mediatica del caso, che lo hanno portato ad una profonda depressione. Secondo l’autopsia, la sua morte è stata indotta dall’intossicazione di cocaina che gli ha causato un edema polmonare e cerebrale. Il suo corpo è stato rinvenuto senza vita all’interno della stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini, un decesso ancora oggi avvolta nel mistero. Luci e ombre che hanno contraddistinto la vita di un campione che, a soli trentaquattro anni, ha perso la sua gara più importante quando il suo cuore ha smesso di battere e le sue gambe di pedalare.
Marco Pantani | Frasi Celebri
- “Chi è Pantani? Uno che ha sofferto tanto. E che in bici si è divertito e, soprattutto, ha divertito”
- “Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna”
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“Non c’è supermarket dove si compra la grinta: o ce l’hai, o non ce l’hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti”
- “C’è qualche cosa di strano. Ripartire dopo una batosta come questa. L’ho fatto dopo grossi incidenti, mi sono sempre rialzato, ma questa volta non mi rialzo più. Ora vorrei solo un po’ di rispetto. Penso ai miei tifosi, mi dispiace per loro e per il ciclismo”
- “C’è chi mi giudica con molta cattiveria, ormai la tendenza è di far notizia con le cose negative. Ma ci si abitua a tutto: certi giornalisti, se li conosci li eviti, così non ti uccidono”
- “Le emozioni più forti le ho provate lungo le strade, quando sentivo la gente che gridava così tanto Pantani che mi veniva il mal di testa”
- “Mi spiace ma non tornerò mai più quello di prima. Ridiventerò competitivo, ma non sarò più quello di prima, perché ho subito una grandissima ingiustizia”
- “Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia, a volte c’è chi paga per tutti e chi incassa per tutti”.