Lettere dall’Agenzia delle Entrate: Cosa fare?
Pierre Ambroise François Choderlos de Laclo (autore francese del libro Le Relazioni Pericolose) scrisse “Dovete capire che quando scrivete a qualcuno, scrivete per lui, non per voi; cercate di dire meno quello che pensate e più quello che a lui può far piacere”. De Laclo non poteva immaginare che tre secoli dopo le comunicazioni tramite missiva sarebbero quasi scomparse e ancor meno poteva prevedere che le poche lettere comunemente inviate fossero quelle dell’Agenzia Entrate. E purtroppo l’Amministrazione finanziaria generalmente poco si cura di far ricevere al contribuente quello che più gli aggrada… e ne sono una dimostrazione gli inviti che migliaia di contribuenti stanno ricevendo da qualche mese.
Ma di cosa si tratta esattamente?
Le lettere in argomento sono una comunicazione che l’Agenzia Entrate invia al contribuente per consentirgli di controllare i dati dichiarati dallo stesso in Unico 2014 relativamente ai redditi 2013. In sostanza tutte le volte che l’Amministrazione trova delle discrepanze tra i dati in suo possesso e quelli scaturenti dalla dichiarazione, prima di notificare un avviso di accertamento, inoltra un avviso per consentire al destinatario di verificare e al limite regolarizzare l’eventuale errore o omissione attraverso l’istituto del ravvedimento operoso.
Si tratta pertanto di un’opportunità concessa al contribuente che si inserisce nell’ottica di voler instaurare una proficua collaborazione con il Fisco e consentire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari (la cosiddetta tax compliance). Per usare termini anglofoni l’Amministrazione diventa davvero più friendly.
Cosa si deve fare quando si riceve la lettera?
Innanzitutto comprendere la veridicità o meno dei rilievi, eventualmente rivolgendosi per chiedere supporto all’Agenzia Entrate :
• a un Centro di Assistenza Multicanale (CAM), attraverso i numeri 848.800.444 da telefono fisso e 06.96668907 da cellulare,
• alla Direzione Provinciale di competenza,
• a uno degli uffici territoriali della Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate.
E se l’errore esiste occorre quanto prima presentare una dichiarazione integrativa, pagare l’imposta non versata con le sanzioni ridotte e gli interessi.
La sanzione da versare con il ravvedimento è ridotta a 1/6 della misura minima.
Trovandoci pertanto di fronte a dichiarazioni infedeli la sanzione sarà pari al 15% della maggiore imposta che risulta dalla dichiarazione integrativa (la sanzione ordinaria, invece, va da un minimo del 90% a un massimo del 180% ).