Johnny lo Zingaro: la storia di Giuseppe Mastini, il criminale arrestato oggi
Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini è un criminale italiano, noto alle forze dell’ordine già dagli anni ’80 per furti, rapine ed omicidio. Nel 1989 fu condannato all’ergastolo per alcuni fatti risalenti al 1987. Lo scenario è quello della Roma degli anni ottanta: Giuseppe Mastini si rese protagonista di sparatorie e sequestri nella notte del 23 marzo 1987. Fu arrestato e successivamente accusato anche per complicità nell’omicidio Pasolini (ma le prove non salteranno mai fuori).
La storia di Johnny lo Zingaro è una di quelle che si sentono spesso. I genitori, giostrai di etnia stinti, si trasferiscono a Roma quando Giuseppe ha soli 10 anni. La vita in roulotte, niente scuola e già ad 11 anni il primo scontro a fuoco con le forze dell’ordine. Di lì la situazione non può che peggiorare.
Si perché già nel 1975, Johnny lo Zingaro si distingue per il primo omicidio. Era il 28 dicembre dello stesso anno quando Giuseppe, in un tentativo di rapina, insieme a Marco Giorgio spara due colpi di pistola. L’autista dell’autobus muore sul colpo, il corpo ritrovato solo dopo una settimana. Per Giuseppe si aprono le porte del carcere minorile di Casal del Marmo.
Johnny lo Zingaro, l’arresto e la fuga dal carcere
La pena per l’omicidio dell’autista è di 15 anni ma nel 1987, approfittando di un permesso premio, Giuseppe evade. È ufficialmente latitante ma la libertà durerà pochissimo. Era il 23 marzo del 1987 quando Johnny lo Zingaro, dopo una fuga rocambolesca, condita da un omicidio, un sequestro di persona e dal ferimento di un agente di Polizia, viene tratto in arresto. In carcere resterà fino al 12 marzo 2014 quando, per un permesso dovuto ad uno dei percorsi di reinserimento sociale normalmente attivati in carcere, riesce a partecipare al concerto dei The Prodigy scatenando le polemiche dell’opinione pubblica.
Qualche mese dopo un ulteriore permesso: era il 30 giugno del 2017. Johnny lo Zingaro beneficia di un permesso premio ma non farà mai ritorno in carcere, almeno fino all’arresto di oggi.