Italo, la storia vera del cane di Scicli
La storia vera di Italo (per gli amici Italo Barocco) è quella che ispira l’omonimo film di Alessia Scarso. Italo è il cane per antonomasia, quello che sconvolge piacevolmente la piccola cittadina di Scicli, in provincia di Ragusa, diventando ben presto cittadino onorario. Il giovane randagio arriva in città poco dopo l’ordinanza contro il randagismo.
Quella di Italo, però, è una storia diversa. Si perché il cane “siciliano” si fa subito apprezzare per le sue iniziative bizzarre. Partecipa alle funzioni religiose, controlla il territorio, va a scuola a prendere i bambini. Insomma, è uno di quei cani modello che tutti vorrebbro avere in giro per casa.
Ben presto Italo diventa il cane del paese: è il cane di tutti ma ancor di più del piccolo Meno, figlio di quel sindaco che aveva emesso l’ordinanza contro il randagismo (gli scherzi del destino). Meno è un ragazzo introverso che ritrova se stesso proprio grazie a quella che diventerà la mascotte del paese.
Italo, dalla storia vera al film
Italo esiste davvero: era un fantastico randagio che presidiò, letteralmente, il territorio di Scicli dal 2007 al 2011 senza sosta. Di lui, di ciò che era la sua esistenza prima del 2007 non ne sa nulla nessuno. Italo Barocco è arrivato in città nel 2007 per andarsene solo nell’ultimo dei suoi giorni. Ben presto diventa un punto di riferimento: amato da tutti diventa il cane della città di cui otterrà la cittadinanza onoraria.
Italo, infatti, non solo partecipava alla vita della città, non accompagnava solo i bambini a scuola ma, pare, accompagnasse anche i turisti ad apprezzare le bellezze barocche di Scicli. La consacrazione arriva però in occasione di uno spiacevole episodio: una cameriera sta rientrando a casa quando viene aggredita. Italo non ci pensa su due volte: la aiuta e, da quel momento, la accompagna tutti i giorni a casa.Italo, la tomba a Scicli: la lapide a Villa PennaDopo la sua morte il paese non ha certo dimenticato le gesta del piccolo peloso. La sua cuccia viene gelosamente custodita dai cittadini di Scicli; le sue spoglia sono seppellite a Villa Penna, dove gli è stata dedicata anche una lapide.