Flaminio Boni e il Teatro: Intervista esclusiva
Newsly.it intervista in esclusiva il critico teatrale e blogger Flaminio Boni. Laureato in lettere e filosofia si occupa di teatro e di musical sin da giovanissimo. La sua passione per il palcoscenico lo ha portato a vedere gli spettacoli di prosa tratti dai testi dei grandi autori classici come Moliere, Pirandello, Shakespeare e tantissimi altri, fino poi a farla diventare la sua professione, diventando uno dei critici teatrali più importanti in Italia.
Flaminio Boni, la tua esperienza teatrale è immensa, sin da piccolo hai visto centinaia di spettacoli di teatro classico, di rivista, di varietà, il musical. Cos’è per te il teatro e cosa è il teatro in genere. “Il Teatro è quel luogo magico dove tutto può accadere: è il luogo in cui realtà e fantasia si incontrano, camminano fianco a fianco e spesso si mescolano, sfumandosi l’una nell’altra; è il luogo in cui possiamo vivere una, cento, mille vite. E’un po’come avere la possibilità di vedere la propria vita con gli occhi di qualcun altro, tentare strade che nella realtà non avremmo il coraggio di prendere e scoprire dove potrebbero portarci se le percorressimo. Racconti fantastici, drammatici, comici prendono vita per la durata di una sera, ma possono rimanerci dentro per la vita intera. Mi sento a mio agio a Teatro, sento che è il posto in cui voglio stare e avverto, in qualche strano modo, un ritorno: è come se anche il Teatro mi amasse”.
Hai un genere teatrale che preferisci? “Devo dire che mi piace tutto il Teatro. Adoro i classici perché hanno sempre qualcosa da raccontarci e un messaggio imperituro che aspetta solo che noi lo sappiamo cogliere. Poi ho una grande passione per il Musical che ha radici molto profonde”.
Tu hai visto alcuni grandissimi come Lauretta Masiero, Paolo Panelli, Bice Valori, Renato Rascel, Alberto Lionello, Paola Borboni, tanto per citarne alcuni. Qual è secondo te l’insegnamento che hanno lasciato al teatro? “Ovviamente, per ragioni anagrafiche, questi e tantissimi altri grandi Artisti del passato non li ho visti dal vivo, ma attraverso la televisione e devo ringraziare mia madre per questo. Queste persone hanno lasciato un’eredità umana e artistica enorme, troppo spesso dimenticata. Erano prima di tutto uomini e donne che hanno lavorato tanto, impegnandosi e donando se stessi al pubblico, in secondo luogo Artisti, personalità che hanno gettato le fondamenta di generi nuovi o rinnovati. Gente d’Arte che ha studiato o imparato sul campo, fatto la gavetta e che si è costruita nel tempo. Questo credo sia un grande insegnamento”.
Hai anche un sito flaminioboni.it dove ci sono tutte le tue recensioni teatrali e le interviste ad attori e registi. Praticamente non ti fermi mai. Come sta attualmente il teatro italiano? “In effetti non mi fermo mai. Vado a teatro quattro/cinque volte a settimana e, di conseguenza, ho sempre qualche articolo e intervista da scrivere. Sai, la tua domanda mi fa sorridere bonariamente perché è quella che pongo spesso ai miei intervistati. Il Teatro italiano a livello di qualità artistica e di maestranze sta decisamente bene. Questo poi è un discorso generalizzato e che andrebbe approfondito perché a fronte di splendidi artisti abbiamo una pluralità di gente che si improvvisa e fa del male al Teatro. A livello produttivo e imprenditoriale, invece, il Teatro è nel baratro più assoluto. Non si investe più nella cultura, anzi è il primo settore a cui si applicano tagli, salvo poi casi eccezionali che fanno molto discutere. Non si vuole pensare, invece, che l’Italia potrebbe risollevarsi benissimo con la Cultura, l’Arte e il turismo”.
A gennaio 2017 hai pubblicato con il self-publishing il primo volume del tuo libro “recensioni teatrali”, un posto in prima fila a teatro, una raccolta delle tue recensioni teatrali dal 2014 al 2016 e che ha avuto anche molto successo e richiesta di acquisto. Come è nata questa idea di questo libro? “Questo libro nasce come un omaggio al Teatro e a chi il Teatro lo vive e lo fa vivere. Ho pensato, dopo aver scritto circa 300 recensioni (oggi sono già circa 360), averle pubblicate sul mio blog e condivise sui vari social, di dare un contenitore a tutti questi articoli, una materialità. Il volume offre un’ampia panoramica degli spettacoli in scena a Roma, principalmente, ma anche in altre città, dando anche rilevanza e visibilità alle compagnie emergenti”.
So che ci sarà un secondo volume per il quale stai cercando un editore. Quale insegnamento si può trarre leggendo “recensioni teatrali”? “Sì sto terminando la raccolta per il secondo volume, ma la stagione teatrale sembra non finire mai. Ora, poi, cominciano i festival estivi… Mi sto muovendo per trovare un editore che possa essere interessato alla pubblicazione, perché credo molto nel mio lavoro e non esiste nulla di simile sul mercato. Per rispondere alla tua domanda ti dico che non voglio insegnare nulla a nessuno. Questo libro credo possa rappresentare uno strumento per gli spettatori che vi trovano analisi dettagliate e interpretazioni interessanti e anche per autori, registi e attori che possono avere un riscontro immediato sul lavoro per il quale mettono in gioco la propria anima. Si spazia dalla piccola compagnia di periferia al grande nome delle scene teatrali, ma tutti trattati con occhio obiettivo, puro, quasi nudo che arriva a toccare le corde profonde della sensibilità di chi legge. E questo è ciò che più conta”.
So che vorresti lavorare di più nel mondo della comunicazione e promuovere anche iniziative culturali. Quali sono le tue idee in proposito? “Sì, ho sempre desiderato lavorare nella comunicazione, per la quale devo dire ho una certa predisposizione. Nella stagione appena terminata sono stato Responsabile della Comunicazione e Social per il Teatro Sala Vignoli, una nuova realtà a Roma, nel quartiere Pigneto, per il quale quest’anno ricoprirò lo stesso ruolo, ma farò anche da Ufficio Stampa e organizzerò molti eventi culturali. Questo nell’immediato. Per il futuro mi piacerebbe lavorare per un grande Ufficio Stampa una Casa di Produzione ricoprendo ruoli dinamici”.