Imprenditore si impicca nella sua azienda a Napoli per motivi economici
Non riusciva più a pagare fornitori e dipendenti. I motivi del gesto in una lettera d'addio. Lascia una moglie e una figlia
Un imprenditore si è tolto la vita questa notte, impiccandosi nei capannoni della sua azienda, situata nel rione Barra, area industriale ad est di Napoli. Aveva riaperto l’azienda due giorni fa e probabilmente non ha retto alle pressioni dovute alla crisi economica.
Si tratta della prima vittima della crisi scoppiata in seguito all’emergenza Covid 19 e al conseguente lockdown imposto per contrastare la diffusione del virus. La vittima, Antonio Nagaro, imprenditore 57enne di Cercola, in provincia di Napoli, si è tolto la vita nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 maggio.
La ditta, a quanto si apprende, si occupava di allestimenti di negozi di ogni genere ed era solida a livello finanziario. Tuttavia, le misure restrittive imposte dal governo hanno costretto l’imprenditore a cessare momentaneamente l’attività, che ha riaperto lo scorso 4 maggio, in seguito all’allentamento del lockdown. Le scadenze, i fornitori da pagare, le retribuzioni degli operai e il totale blocco del mercato hanno gettato nel più totale sconforto l’imprenditore, che ha deciso di togliersi la vita.
A lanciare l’allarme erano stati proprio i suoi familiari, preoccupati del fatto che l’uomo non rientrava a casa. Una volta arrivati nel parcheggio antistante la ditta, hanno notato la macchina dell’imprenditore e visto che la luce dell’ufficio era accesa. Poiché Nagaro non rispondeva al cellulare, i suoi familiari hanno deciso di chiamare i vigili del fuoco che, una volta giunti sul posto, hanno forzato la serratura, trovando poi il cadavere dell’imprenditore, il quale ha lasciato una lettera di addio, sequestrata dalla Procura di Napoli che ha aperto un’inchiesta. La vicenda è stata commentata anche dal premier Conte che ha espresso il suo dolore per la notizia commentando: “Siamo vicini alla famiglia”. L’uomo lascia una moglie e una figlia.