Il vaccino contro il coronavirus è in un cerotto
Il vaccino contro il coronavirus potrebbe essere contenuto in un cerotto: questi i risultati degli studi di un team di medici a Pittsburgh
400 micropunture di altrettanti miniaghetti che bucano la nostra pelle. Il tutto contenuto un un cerotto di 1,5 centimetri che, attaccato ad una spalla o al braccio, potrebbe rappresentare la risposta al virus SARS-CoV2. L’immunità al virus, grazie al vaccino contro il coronavirus allo studio, potrebbe svilupparsi in sole 2 settimane fino a consentirci, in 4 settimane, di consentire al nostro corpo di “armarsi” di un numero tale di anticorpi da rispondere ad un eventuale attacco del virus.
È questo il risultato raggiunto dal team di medici della School of Medicine dell’Università di Pittsburgh tra cui, manco a dirlo, ritroviamo un italiano, Andrea Gambotto. Il team è lo stesso che qualche anno fa trovò l’arma vincente contro la SARS e subito dopo contro la MERS. Il vaccino intanto è alla fase di test sui tempi: si stima che, se non dovessero clamorose battute d’arresto, il prodotto potrebbe essere “finito” entro 5 mesi.
Anche questa volta la chiave è nella proteina “spike“, quella che crea l’ormai familiare corona del virus che, tra le altre cose, è proprio l’elemento che consente al coronavirus di legarli alle nostre cellule per proliferare. Il nuovo vaccino parte dallo stesso principio: i microaghi attraversano la pelle e, sciogliendosi, iniettano la proteina spike: è questo il momento esatto in cui entra in gioco il nostro sistema immunitario che inizia a produrre gli anticorpi per combattere la proteina per prepararsi al momento in cui il virus ci infetterà per “fagocitarlo”.