Hotel Rigopiano News: dopo il bilancio delle vittime è il momento delle domande
L’Hotel Rigopiano, nel comune di Farindola (Pescara), ha restituito tutte le sue vittime. Il bilancio finale è di 11 sopravvissuti e 29 i morti. Ieri, sono stati estratte, da quell’ammasso di neve e detriti, le ultime 2 vittime. La speranza, durata 7 giorni e 7 notti, è finita. L’opera di recupero è terminata. Vigili del fuoco, Soccorso Alpino e Volontari della Croce Rossa, hanno lavorato senza sosta, e nel loro quartier generale, il palazzetto dello sport di Farindola, andavano solo per dormire qualche ora, per ristorarsi, per dare il cambio ai colleghi. Giorni di speranza, che si era accesa tra venerdì e sabato, quando hanno messo in salvo i primi superstiti, tra cui i 4 bambini che si sono salvati, perché hanno riparato nella sala biliardo dell’hotel, confortati da tavolette di cioccolato.
GLI INTERROGATIVI
Molte sono le domande. Errore umano? Si poteva prevedere? Perché i soccorsi non sono arrivati la mattina, quando l’amministratore unico dell’hotel, manda una mail alla Provincia, alla Polizia e al Sindaco, con richiesta d’intervento urgente? Su tutto il disastro, sembra che gravi, ancora un volta, la burocrazia. La provincia non aveva 25000 euro per riparare “quella turbina spazzaneve” che li avrebbe salvati. Erano pronti dalla mattina di quel maledetto 18 gennaio, gli ospiti dell’hotel, avevano pagato il conto, erano pronti per andarsene. Ma la turbina più vicina non era adatta e non era lì.
Giancarlo Parete, ospite del Resort, che al momento della sciagura, per pura casualità, si trovava fuori dall’hotel chiama il suo datore di lavoro, Quintino Marcella, che immediatamente allerta i soccorsi, ma senza esito immediato perché non viene preso sul serio, e le ore passano. Omissioni, sottovalutazione del rischio, una catena d’incomprensioni, molti gli interrogativi.
L’INCHIESTA
Forum H2O, iniziativa dei cittadini del posto, riferisce che l’errore sta nell’aver costruito proprio lì, un rifugio prima, e un Resort poi, sull’ accumulo di materiale detritico alluvionale. Ma si parla anche di tagli, di competenze. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Ritardi e mancata evacuazione, così si sta muovendo la magistratura e sono già iniziati i primi interrogatori per alcuni sopravvissuti. Vanno avanti gli esami autoptici che stabiliranno se le vittime sono decedute per trauma, asfissia o ipotermia, quindi trovare un capo d’imputazione, anche se, ancora non ci sono indagati.
Ancora una volta, ci troviamo a fare i conti con l’ennesimo disastro all’italiana, dove la “prevenzione “, non è di casa. A questo punto, è retorica dire che non è la natura che uccide l’uomo ma l’uomo che uccide la natura? Forse, talvolta, la retorica serve a far riflettere.