Guida alla cannabis legale: tre cose importanti da sapere per conoscerla meglio
Dopo che per decenni è stata classificata come droga pesante, la marijuana sta cambiando il modo in cui viene considerata in tutto il mondo, grazie ai suoi benefici mostrati soprattutto in ambito clinico e terapeutico.
La non conoscenza delle sue proprietà aveva impedito che la cannabis fosse alla portata di tutti, ma oggi ormai viene sempre maggiormente indicata come non nociva né per se stessi, né per gli altri. Sicuramente però, per poter essere considerata ‘sicura’ o almeno legale, è necessario chiarire alcune informazioni contrastanti che altrimenti possono generare confusione.
Cos’è la cannabis
Con cannabis – o cannabis sativa – si definisce la pianta originaria dell’America centrale e dell’Asia meridionale. Dalla sua resina, dalle foglie e dai fiori vengono elaborate le più note sostanze psicoattive che tutti conosciamo con il nome di hashish e marijuana e che sono considerate normalmente illegali.
L’hashish viene elaborato a partire della resina dei fiori della pianta femmina, che viene pressata fino a formare una pasta compatta di colore marrone che ricorda il cioccolato.
La marijuana invece viene elaborata tritando fiori, foglie e steli essiccati.
I principi attivi della cannabis si chiamano cannabinoidi, tra cui quelli maggiormente presenti sono il THC e il CBD che hanno effetti diversi.
THC e CBD
Sia il THC (o tetracannabinolo) che il CDB (o cannabidiolo) agiscono sul sistema endocannabinoide che abbiamo anche noi esseri umani. Il sistema endocannabinoide è un sistema di comunicazione tra cellule che si attiva in maniera naturale o che può essere stimolato da fitocannabinoidi (quindi cannabinoidi di origine vegetali come quelli della cannabis). Questi agiscono principalmente sui recettori CB-1 e CB-2 del nostro sistema nervoso centrale e in quello immunitario.
Il THC è il componente che più influenza questi due recettori ed è considerato psicoattivo. Provoca quindi una serie di piacevoli sensazioni per chi lo introduce nel proprio organismo ed è quello che maggiormente viene ricercato da chi usa marijuana a livello ricreativo. Purtroppo però è anche il responsabile delle allucinazioni, delle paranoie e dell’ansia e soprattutto della dipendenza e dell’assuefazione da tale sostanza.
Di contro, il CBD non è psicoattivo e va a bilanciare gli effetti negativi della cannabis, riducendo l’ansia e la psicoattività del THC. Ha inoltre effetti antinfiammatori e rilassanti e contrasta la smemoratezza di solito caratteristica del THC. Per questo è importante controllare le proporzioni di entrambi ed è questo che fa la differenza tra la cannabis illegale, quella terapeutica e quella light.
Cannabis light, cannabis terapeutica e cannabis illegale
La cannabis light, quella che anche in Italia è possibile comprare ormai un po’ ovunque, è considerata legale ma deve avere un contenuto obbligatorio di THC inferiore allo 0,2% – con una tollerabilità fino allo 0,5% secondo le ultime disposizioni di Governo.
La cannabis terapeutica è sempre legale, ma può essere solo prescritta da un medico e non la può vendere chiunque. Il suo quantitativo di THC arriva fino a una percentuale del 22% (l’hashish può arrivare a contenerne anche il 50%).
Infine viene considerata illegale tutta la cannabis che non proviene da coltivazioni e rivenditori autorizzati e che supera la concentrazione di THC della cannabis light. Chiunque venga trovato in possesso di qualsiasi quantità di cannabis illegale può essere accusato di possesso di sostanza stupefacente.
In passato era tollerata una quantità minima di marijuana illegale se era per uso personale, ma la cassazione ha proibito e condannato anche l’essere in possesso di un solo seme se una volta analizzato viene valutato fuori dagli standard di legge.