Alle 11 è salita al Quirinale per un incontro con il Presidente della Repubblica, Mattarella, Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato ed esponente di Forza Italia. Il Capo dello Stato ha affidato dunque alla Casellati il compito di cercare una maggioranza in Parlamento tramite mandato esplorativo. “Mattarella ha affidato il compito di verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare fra i partiti della coalizione del centrodestra e il M5S e di un’indicazione condivisa per il conferimento dell’incarico del presidente del Consiglio per costituire il governo. Il presidente della Repubblica ha chiesto alla presidente del Senato di riferire entro la giornata di venerdì“.
E’ la mossa a sorpresa dunque del Capo dello Stato che aveva intimato più volte i partiti di trovare un accordo per assicurare un governo al Paese, o sarebbe intervenuta personalmente la Sua figura. E così è stato alla fine. Una figura terza che appoggia il programma del Centrodestra e che potrebbe accomunare anche i grillini, come paventato da Matteo Salvini nelle precedenti giornate.
“Assumo questo incarico con lo stesso spirito di servizio con cui ho assunto quello di presidente del senato. Sarete informati del calendario degli incontri che avverranno in tempi brevi” – afferma la Casellati al termine dell’incontro con Mattarella.
Le reazioni del Centrodestra
La Casellati piace sia a Matteo Salvini che a Maria Stella Gelmini che hanno apprezzato la scelta del Capo dello Stato e non hanno nascosto la soddisfazione per tale incarico. Ma dagli azzurri c’è chi avrebbe preferito aspettare a giocare questa carta, auspicando magari un incarico a Fico che a quel punto avrebbe dovuto per forza di cose cercare il dialogo con Berlusconi. L’altro dubbio è sull’azione di convincimento della Casellati: in questo momento né 5 Stelle, né PD sembrano aperti ad un dialogo per formare una maggioranza.
Salvini però non esclude ancora la possibilità di un tecnico, magari esterno ai partiti, come Premier, qualora la Casellati fallisse, al quale dare il mandato. Esclude dunque che la premiership possa andare a lui o a Di Maio, il quale viene ancora una volta invitato a parlare di programmi e riforme quale lavoro, tasse e immigrazione, invece di bloccarsi sulla massima poltrona di Palazzo Chigi.
Le paure della Lega
Nella Lega intanto cominciano a temere un accordo M5S e PD. Il segretario reggente dei DEM, Maurizio Martina, si è detto pronto a discutere tre punti fondamentali con il Movimento, capi saldi del programma di sinistra: famiglia, lavoro e povertà. Tre punti che piacciono anche ai pentastellati, i quali ritengono utile questa iniziativa e questo passo di apertura. Se la Casellati fallisse e l’incarico di un mandato venisse affidato a Di Maio, quest’ultimo potrebbe chiedere l’aiuto dei Dem per assicurarsi una maggioranza e chiudere definitivamente all’idea del “Terzo“. Ipotesi che dal Carroccio vogliono scongiurare ad ogni costo.
Da registrare anche l’apertura del “forno” PD da parte del Presidente della Camera, Roberto Fico, che ha chiesto alla commissione speciale della camera di inserire nell’ordine del giorno anche il decreto carceri, come richiesto sia dal governo Gentiloni che dal PD, ma che la Lega aveva bocciato. Adesso la paura che possa nascere l’alleanza 5S – DEM è molto concreta e a destra iniziano ad averne uno strano sentore e timore.
L’apertura DEM?
Dopo il veto e la seccatura dei renziani contrari ad ogni apertura ai Pentastellati, è il reggente Martina a chiarire la situazione venutasi a creare. Dal PD non c’è nessun accordo con i grillini e i tre punti proposti non sono altro che una ripetizione del programma democratico. Semplice “strumentalizzazione” delle sue parole e nulla di più almeno per ora. Ma forse, sotto sotto, alcune prove di un programma comune per formare un governo sono già iniziate.