I giovani e la quarantena
Stiamo sicuramente vivendo un periodo molto difficile, questo è chiaro a tutti: l’emergenza sanitaria, partita da Wuhan, in Cina, sembrava così lontana e invece, in pochissimo tempo, ci siamo ritrovati nel pieno di una tempesta, prima con focolai localizzati (chi oggi non conosce, ad esempio, la cittadina di Codogno?) e poi con il lockdown, durante il quale una intera Nazione si è ritrovata chiusa in casa, senza poter uscire se non per poter fare la spesa o per motivi di necessità e urgenza.
Non c’erano parenti, non c’erano amici, non c’era vita sociale, anche il lavoro, escludendo quelli strettamente necessari alla società come il settore medico o i supermercati, veniva di solito svolto da casa in smart working, quando possibile. Per molti invece anche il lavoro si è dovuto fermare. Nessuno aveva mai vissuto una situazione del genere dal dopoguerra ad oggi anche se, va detto, quello che stiamo vivendo adesso non è sicuramente neanche lontanamente paragonabile alla fase bellica e a ciò che hanno dovuto affrontare le persone in quel periodo, quando era difficile anche solo trovare il cibo per il sostentamento.
Affrontare questa situazione è stato, ed è, difficile per tutti: l’essere umano è estremamente legato alle proprie abitudini, vedersi privati della libertà all’improvviso è un ostacolo duro da affrontare. Alcuni, con una forza di volontà più solida, sono riusciti a seguire scrupolosamente le regole di isolamento e distanziamento sociale, per altri questi vincoli sono stati più difficili da rispettare.
La difficoltà di rispettare le restrizioni
Volendo analizzare, anche generalizzando un po’, e facendo distinzioni per macro categorie, per i giovani e i giovanissimi è stato più difficile, forse perché a quell’età l’assenza di socialità, di interazione con gli amici, l’impossibilità di andare in giro e vivere appare come un limite insopportabile.
Proprio per questo, molto spesso in questo periodo i più giovani sono stati più volte ripresi per non aver rispettato la quarantena, per essere usciti magari di nascosto e aver trasgredito alle norme sul distanziamento sociale.
Come controllare i propri figli
Alcuni genitori magari hanno sentito il bisogno di controllare gli spostamenti dei propri figli, non solo per scopi educativi, ma in questa fase storica anche e soprattutto per tutelare la loro salute e quella degli altri. Sulla base di queste considerazioni, in molti hanno scelto di rivolgersi a professionisti come quelli di www.agiterinvestigazioni.it, in grado di monitorare le attività e riportare passo per passo gli spostamenti dei soggetti che in quel momento stanno controllando.