Girovagando sul web capita spesso di imbattersi in pessimi”meme” che scherniscono personaggi noti al mondo dello star sistem e non solo. Più di rado capita che si faccia altrettanto nel mondo del giornalismo. Non è stata esente da tali beffarde raffigurazioni nemmeno la coraggiosa giornalista uccisa a Malta, Daphne Caruana Galizia. Più che mai davvero fuori luogo ricordarle oggi, vista la brutalità del suo assassinio, avvenuto solo ieri. Ma neanche lo scherno grafico di Daphne, “demonizzata” come nemico può competere con la vergogna di cui si è macchiato, quattro ore fa il sergente della polizia maltese Ramon Mifsud, uno degli uomini che in realtà, più che trastullarsi inutilmente su un social network dovrebbe, con solerzia -da emblema ipotetico della Giustizia che intende fare il suo corso- indagare sul vile attentato ai danni di questa virtuosa giornalista.
I racconti dell’ennesimo Paese corrotto
Un post, (vigliaccamente cancellato ai primi dissensi e rimostranze degli internauti) e lasciato su Facebook dopo la morte della Galizia che ha scatenato l’ira del figlio della giornalista, Matthew Caruana Galizia, che così affida il suo sfogo proprio su Facebook.
My mother was assassinated because she stood between the rule of law and those who sought to violate it, like many…
Gepostet von Matthew Caruana Galizia am Montag, 16. Oktober 2017
Leggere le sue parole ci spinge alla riflessione profonda, e ci riporta immancabilmente ai nostri Falcone e Borsellino, a Siani, Peppino Impastato e molti altri eroi morti tragicamente in attentati di vario tipo per aver denunciato, per aver portato all’attenzione di tutti il sudiciume della Mafia. Che non ha etnia, a quanto pare, che non è prerogativa italiana come in molti, beffardamente spesso affiancano ai connotati della nostra splendida terra.
“Mia madre è stata assassinata perché si è trovata in mezzo tra la legge e coloro che cercano di violarla, come molti altri giornalisti coraggiosi. Ma è stata colpita anche perché era l’unica a farlo. Ecco cosa accade quando le istituzioni dello Stato sono incapaci: l’ultima persona che rimane in piedi spesso è un giornalista. E quindi è la prima persona che deve morire.” Amara la condanna del figlio Matthew, che come la madre, vediamo dal suo profilo fa parte del Consorzio di Giornalismo Investigativo che ha scoperto lo scandalo dei Panama Papers e la conseguente appendice maltese.
Istantanee di un assassinio di stampo mafioso internazionale
“Non dimenticherò mai quella corsa nei campi divenuti un inferno, cercavo un modo per aprire la portiera dell’auto, il clacson che suonava.Urlavo ai due poliziotti di usare l’unico estintore che tenevano in mano. Ho guardato a terra, c’erano pezzi del corpo di mia madre dappertutto. Ho capito che avevano ragione, non c’era più niente da fare. Chi c’è in macchina? mi hanno chiesto. Mia madre, ho risposto. E’ morta. E’ morta per la vostra incompetenza“.
Il colpo di grazia è tutto riservato a Muscat. Affermazioni davvero forti per le quali, dopo le parole di Matthew siamo certi, a prescindere da tutto cosa pensarne in merito.
“Poche ore dopo, mentre quel clown di primo ministro stava facendo dichiarazioni al Parlamento su una giornalista che per più di dieci anni ha demonizzato e aggredito, uno dei sergenti di polizia che dovrebbe investigare sull’omicidio, Ramon Mifsud, ha postato questo su Facebook ‘Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento 🙂‘ . Sì, ecco il nostro Paese: uno Stato di mafia dove puoi cambiare sesso sulla tua carta di identità (grazie a Dio!) ma puoi anche saltare in aria solo perché eserciti i tuoi diritti basilari. Come ci siamo arrivati? Il governo di Malta ha permesso che si alimentasse una cultura di impunità. E’ di poco conforto sapere che il premier di questo Paese ora dica che non avrà pace fino a quando gli assassini non saranno trovati, quando è lui a guidare un governo che incoraggia la stessa impunità. Prima ha riempito il suo ufficio di corrotti, poi ha riempito la polizia di corrotti e imbecilli, infine ha riempito i tribunali di corrotti e incompetenti”.
“Joseph Muscat, Keith Schembri, Chris Cardona, […]e la lunga lista di commissari della polizia che non hanno intrapreso alcun tipo di azioni: voi siete complici. Voi siete responsabili di tutto questo. ” Termina così l’invettiva di Matthew Caruana Galizia nei confronti del Governo Muscat.
Una fiaccolata in onore di Daphne
Così come riporta il portale di Malta Today, nella serata di ieri oltre mille persone hanno partecipato a una veglia organizzata in onore della giornalista Daphne Caruana Galizia.
I maltesi, brandendo una moltitudine di candele ha iniziato a riunirsi nel centro di Sliema, città maltese a pochi chilometri a nord rispetto a La Valetta. Fra i presenti molti si dicevano ancora sconvolti dagli eventi del giorno, esprimendo la propria condanna ed incredulità sull’accaduto. Impensabile, per altri che un giornalista possa esser ucciso così brutalmente per aver solo fatto luce sulla corruzione di questo Paese.
Ricordiamo ancora una volta che la Galizia sia rimasta uccisa da un ordigno, probabilmente controllato a distanza, mentre era nella sua auto, ieri e guidava verso casa a Bidnija. Si ritiene che sia una delle autobombe più potenti che Malta ricordi. L’assassinio è stato il quinto quest’anno. Il primo, però indirizzato nei confronti di un individuo assolutamente non coinvolto nelle reti criminali, quanto più ormai “scomodo” per la mafia imperante che troneggia sull’isola.