Giornalista Tedesco del Die Welt arrestato in Turchia
Lunedì 27 febbraio il tribunale di Istanbul ha convalidato l’arresto di Deniz Yücel, giornalista del quotidiano “Die Welt”, con le accuse di sostegno ad un’organizzazione terroristica e incitamento all’odio. Il corrispondente, che possiede doppia cittadinanza turca e tedesca, era tenuto in custodia dal 14 febbraio, quando si era volontariamente recato in una stazione della polizia per chiarire la sua posizione.
Yücel, critico del governo turco, aveva pubblicato un servizio sulle email che il collettivo di hacker RedHack aveva trafugato dall’account di Berat Albayrak, Ministro dell’Energia e genero del Presidente Recep Tayyip Erdogan. Il materiale mostrava il tentativo di controllo del governo turco sugli organi di stampa e la manipolazione dell’opinione pubblica tramite falsi account sui social media. In Germania ci sono state pungenti critiche alle autorità turche da parte di politici di ogni schieramento e proteste dell’opinione pubblica: ciò ha reso i rapporti tra i due Paesi, già peggiorati negli ultimi mesi, ancora più tesi. La cancelliera Angela Merkel ha definito la decisione del tribunale “amara e deludente” e ha ricordato al sistema di giustizia turco l’importanza della libertà di stampa in una società democratica, mentre il Ministro degli Affari Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha parlato di un provvedimento “irragionevole”, dal momento che Yücel si era reso disponibile alla giustizia turca, segno delle “differenze che hanno i nostri paesi nell’applicazione dello stato di diritto, nella revisione di stampa e nella libertà di espressione”. Si tratta della prima detenzione convalidata di un membro della stampa estera in Turchia dove, dopo il tentativo di colpo di stato dello scorso luglio, il governo ha attuato una stretta sugli organi di stampa senza precedenti, giustificando la chiusura di circa 170 mezzi di informazione per il loro sostegno al movimento di opposizione di Fethullah Gülen, ritenuto responsabile del golpe.
Secondo l’Associazione Turca dei Giornalisti e la Federazione Europea dei Giornalisti, tra i 120 e i 150 giornalisti sono al momento detenuti e, da luglio 2016, circa 2500 impiegati di organi di stampa hanno perso il loro lavoro; per alcuni di loro sono state inoltre attuate misure restrittive come il ritiro del passaporto o la confisca di beni. Reporters Sans Frontières, secondo cui la Turchia è al 151° posto su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa, sostiene che “le autorità bloccano molti siti di notizie e mettono in atto il divieto di pubblicazione su certi argomenti” e i giornalisti vengono arbitrariamente portati in tribunale con l’accusa di “aver insultato il presidente” o per “terrorismo”, in un clima generale di “paranoia delle autorità nei confronti dei giornalisti critici”.