Sequestro Droga Gioia Tauro: Collegamenti con l’ISIS
La guerra al terrorismo corre anche tramite la droga. Alle prime ore della mattina a Gioia Tauro la Guardia di Finanza, in collaborazione con l’unità antidroga statunitense, ha sequestrato oltre 24 milioni di pasticche della “droga del combattente”. Si tratta di un oppiaceo, il Tramadolo, conosciuto sin dagli anni 80 diventato protagonista durante azioni militari.
La droga procura effetti simili a quelli dell’anfetamina: riduzione della stanchezza, riduzione della fame; con una pasticca un soldato può combattere per un giorno intero senza mangiare o dormire. La partita sequestrata sarebbe valsa circa 50 milioni di euro al Daesh se fosse stata consegnata.
Tramadolo, dall’India alla Libia passando per l’Italia
Una prima ricostruzione della tratta di questo particolare oppiaceo vede l’Italia come punto intermedio tra India e Libia. Non sarebbe neanche la prima volta che le forze dell’ordine si trovano dinanzi a questo traffico; un caso analogo è saltato agli onori della cronaca quest’estate a Genova.
Ogni pasticca è venduta circa al prezzo di due euro, soldi che entrano nelle casse (ormai quasi vuote) dello Stato Islamico. Usata anche dai foreign fighters fu ritrovata nel sangue degli attentatori in Tunisia e nel covo di Salah Abdeslam dopo l’attacco al Bataclan di Parigi. Secondo alcune fonti il Tramadolo sarebbe usato anche in scenari di guerra più cruenti come lo scenario di guerra nigeriano.
Procuratore antimafia: “Rischio coinvolgimento Ndrangheta”
Parole dure e preoccupanti del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci: “A Gioia Tauro passa di tutto e in fondo non ci possiamo stupire più di tanto nell’individuare anche traffici di questo genere di sostanze”.
Paura anche per il coinvolgimento dei clan locali: “Per passare da Gioia Tauro bisogna chiedere il permesso ai clan che controllano in larga parte lo scalo – questo l’allarme del Procuratore – Da tempo, abbiamo cognizione di rapporti fra la ‘ndrangheta e organizzazioni del Medio Oriente”.