Gerusalemme, accoltellato a stazione autobus: israeliano in gravi condizioni
Sembra non placarsi l’ondata di polemiche scaturita dopo le pesanti parole del presidente americano Donald Trump sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana e della sua intenzione di voler spostare l’ambasciata americana proprio nella città santa.
D’altra parte, mentre continuano le proteste per la decisione di Trump in Cisgiordania e ai confini della striscia di Gaza, a Gerusalemme è stato accoltellata una guardia di sicurezza israeliana di anni 25 alla stazione dei bus. Secondo quanto trapela attraverso il portavoce della polizia, la vittima verte in gravi condizioni, mentre l’assalitore, di cui non si conoscono le generalità, è stato fermato.
Le manifestazioni contro la decisione di Trump
Non solo in Cisgiordania e ai confini della striscia di Gaza, ma le manifestazioni di protesta contro Trump si stanno svolgendo anche altrove. A Beirut, la polizia libanese avrebbe risposto con il lancio di lacrimogeni verso i manifestanti, palestinesi e militanti dei partiti libanesi, che davanti all’Ambasciata americana si sono riuniti per protestare. Indossando la keffiah, sventolando bandiere palestinesi e libanesi ed oltre ad intonare canti contro Trump, i manifestanti hanno incendiato bandiere americane e israeliane, bidoni di spazzatura e gomme e scagliato bottiglie contro le barricate innalzate dalle forze di sicurezza. Tra i manifestanti, pare ci siano già alcuni arresti, ma anche diversi feriti.
Stamattina, altre manifestazioni si sono svolte anche vicino Betlemme e nel campus dell’Università di Hebron.
Massive Pro-Palestinian protest held in Paris ahead of Netanyahu’s visit (Streamed live)Courtesy: Ruptly
Gepostet von RT am Samstag, 9. Dezember 2017
Nel pomeriggio, è in corso una contestazione anche a Parigi, dovuta all’incontro tra Macron e Netanyahu all’Eliseo.
Per quanto riguarda le manifestazioni di protesta, scaturite subito dopo le dichiarazioni di Trump, da quanto riporta il Ministero della sanità palestinese, il bilancio dei feriti palestinesi è di oltre 1.250, 150 di questi dovuti “a munizioni vere”.
Dichiarazioni Trump: le reazioni del mondo
Subito dopo le manifestazioni insorte a causa delle sue parole, lo stesso Trump ha incitato alla calma e alla moderazione. Il suo portavoce ha dichiarato che “Il presidente spera che le voci della speranza prevalgano su coloro che diffondono l’odio”.
Diversamente le parole di Hamas hanno inneggiato al proseguimento dell’Intifada: “Facciamo appello al nostro popolo a portare avanti la intifada e a fare ricorso a tutti i mezzi di resistenza per opporsi agli occupanti.”, ed ha aggiunto anche che “il nemico pagherà un duro prezzo avendo infranto le regole della guerra alla resistenza”, in riferimento ai due miliziani uccisi durante un’incursione aerea israeliana.
Anche al presidente turco Erdogan non sono piaciute le parole di Trump, e ha tenuto ha ribadire sia che la Palestina è la vittima innocente di questa diatriba e che userà qualsiasi mezzo per opporsi al riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana, avanzata dagli Stati Uniti. D’altra parte, Erdogan ha dichiarato apertamente di non voler lasciare “Gerusalemme nelle mani di uno Stato che uccide i bambini.”
Il Premier israeliano Benyamin Netanyahu è, invece, contrariato nei confronti dell’Unione Europea, ritenuta colpevole di aver condannato le parole di Trump e non aver espresso nemmeno una parola di denuncia sul lancio di razzi contro Israele e sull’incitamento contro lo stato ebraico.
Tra l’altro, adesso Netanyahu è in riunione con il Premier Francese Macron. C’è da aggiungere che la Francia è tra quelli stati europei che disapprovano le parole di Trump.
Anche Papa Francesco ha lanciato un appello alla saggezza e alla prudenza e al non far uso della violenza, mentre la Lega Araba chiede che Gerusalemme est diventi capitale della Palestina.