Fegato grasso, malattie epatiche e intestino: tutto quello che si deve sapere
Quando si parla di malattie epatiche bisogna sempre tenere alta la guardia. La prevenzione è molto importante ed è per questo che ci si deve sempre informare in merito a quelle che sono le ultime ricerche in materia, che possono aiutare a evitare l’insorgenza di questo tipo di patologie.
Proprio per questo motivo segnaliamo una recente ricerca condotta da Humanitas che è servita a mettere in evidenza una possibile relazione tra fegato grasso, danneggiamento delle barriere intestinali e steatopatite non alcolica (Nash).
La malattia in questione comporta un accumulo di grassi all’interno del fegato e la ricerca sopra citata ha messo il tutto in relazione con il danneggiamento di alcune delle barriere dell’intestino. Si tratta di una ricerca decisamente importante, che potrebbe generare risvolti positivi per il contrasto alle problematiche collegate. La Nash, infatti, in molti casi si trasforma in cirrosi epatica e con essa arrivano delle conseguenze anche piuttosto gravi per l’individuo che ne soffre, tra cui l’insufficienza epatica.
La rottura delle barriere intestinali permette ai microbi di passare dall’intestino al fegato, trasportati dal sangue. Si tratta, nello specifico, di una barriera più esterna e di uno strato vascolare facilmente attaccabile da macrobioti che si alterano a causa di alimentazione sbagliata e troppo ricca di grassi. I microbi in questione, quindi, si spostano dall’intestino al fegato e qui provocano una prima infiammazione che poi degenera in steatopatite non alcolica.
Le persone obese dovrebbero fare molta attenzione, quindi, così come anche coloro i quali soffrono di fegato grasso o seguono un’alimentazione troppo ricca di grassi e poco salutare.
Il fegato è un organo decisivo per il benessere dell’organismo e questa non è l’unica patologia che può colpirlo. Esistono anche delle altre malattie del fegato come l’epatite B. Si tratta di una malattia infettiva causata dal virus HBV. Si tratta di una patologia molto importante e in grado di danneggiare non solo il fegato, ma lo stato di tutto l’organismo. Con essa arrivano, oltre a uno stato acuto di infiammazione dell’organo, anche ittero e vomito. Se la malattia diventa cronica si può finanche arrivare al cancro al fegato, oltre che alla cirrosi epatica.
Per verificare la presenza del virus all’interno del proprio organismo è, quindi, necessario il test dell’HbsAb. In merito consigliamo di leggere l’approfondimento di Salutarmente che si rivela utile per capire di cosa si tratta e in che modo questo test possa essere messo in relazione con l’epatite B. Come detto, questa patologia va a compromettere in tutto e per tutto le funzioni epatiche ed è proprio per questo motivo che risulta importante cercare di tenere la situazione sotto controllo.
Il test di cui sopra si rivela, quindi, utile a tal fine poiché serve a segnalare la presenza nel sangue dell’anticorpo HbsAg che serve proprio per la diagnosi di epatite B. L’esame in questione può risultare negativo ma anche positivo. Se non viene evidenziata la presenza dell’anticorpo significa che in quel momento il virus dell’epatite B non è presente. Se, invece, il test è positivo si evidenzia che l’organismo ha dalla sua le risorse necessarie per combattere il virus dell’epatite B.
Come si nota, si tratta di un esame che viene prescritto nel caso in cui si sospetti che un individuo possa aver contratto l’epatite B. Il test può aiutare la diagnosi, evitando che il problema degeneri. Questo significa che è sempre importante tenersi sotto controllo medico, specialmente se si può essere esposti al rischio di contagio.
A tal proposito, si deve ricordare che i sintomi dell’epatite B sono da prendere in considerazione nel momento stesso in cui si verificano. Spossatezza, perdita dell’appetito, diarrea continua, ittero, vomito: questi sono dei veri e propri campanelli d’allarme che non devono mai essere sottovalutati.