L’evoluzione del Movimento Cinque Stelle
Il Movimento Cinque Stelle negli anni ha completamente perso la sua strada. Il signore qui sotto (video), che fortunatamente o purtroppo di marketing ne sapeva tanto, troppo, aveva definito la struttura di un movimento che poteva essere rivoluzionario, ma che è stato man mano distrutto dal suo stesso interno.
La sua forza era il potere comunicativo, la tribù degli utenti della rete, la democrazia diretta e invece quello che ne è rimasto è il potere persuasivo della brillante comunicazione politica, fatta di spin doctor e specialisti. E lo sappiamo già quanto noi Europei ne possiamo essere vittima e contemporaneamente artefici.
Pian piano però il movimento cominciò a raccogliere anime miste, persone di qualunque provenienza politica. L’importante era che fossero animate da uno spirito di vendetta verso il più che citato establishment e i vecchi partiti.
Come da manuale si fecero dei nemici. Se non ce l’hai non puoi costruirti un pubblico. Il nemico era l’euro, l’europa ed i vecchi politici. In termini di posizionamento di marca, il solo fatto di chiamarsi movimento riusciva a differenziarli sul “mercato” politico. I suoi portavoce cominciarono ad esibirsi sul palcoscenico mediatico, accaparrandosi la simpatia del popolo, che vittima di una politica davvero scadente, cominciava a vedere nel Movimento la promessa di un’Italia migliore. Come la pubblicità, no?
Alcuni cominciarono a farsi riprendere mentre portavano le pizze al tavolo nei ristoranti, altri mentre le pizze le mangiavano sulle scale durante la pausa pranzo in Parlamento. Come se la politica fosse beneficenza. Diventò d’un tratto più importante comunicare qualcosa che fare qualcosa di buono. In Parlamento volavano slogan, mentre la rete cominciava a pullulare di pagine che pubblicavano meme e video di protesta parteggiando celatamente a favore del movimento. Era la loro strategia!
Due autori canadesi nel 2005 scrissero un libro su come la ribellione serva a vendere. Chissà se un giorno non troveremo Grillo sulle tazze come è stato per Che Guevara.
Oggi una parte di Italia ci vuole credere. Speriamo solo che non stiano prendendo un abbaglio.