Euro Scritturali: cosa sono, come crearli e perché preoccupano
Bankitalia lancia l’allarme ma sul web continuano a circolare guide su come creare gli euro scritturali
La Banca d’Italia lancia l’allarme sugli euro scritturali. Senza mezzi termini, la principale istituzione bancaria italiana fa luce su un fenomeno dilagante. Il comunicato, apparso sul sito web ufficiale, non lascia spazio a nessun dubbio ma, intanto, sembra davvero che gli euro scritturali siano una vera realtà. E il fatto che la Banca d’Italia abbia posto il problema al centro della sua agenda, dà perfettamente l’idea di quanto il fenomeno non sia marginale.
Euro scritturali: cosa sono davvero?
Immaginate per un attimo di decidere di pagare qualcuno con una moneta “fatta in casa” con la quale garantite il pagamento di una certa somma di denaro. Probabilmente penserete che chiunque intorno a voi sarebbe disposto a rinchiudervi ma intanto il fenomeno è tutt’altro che marginale. Il tutto è nato come una bufala sui social fino a diventare un caso addirittura per Bankitalia.
Gli euro scritturali altro non sono che moneta parallela emessa direttamente dai cittadini, una moneta individuale “stampata” con l’idea che ciascuno possa liberamente stampare la propria moneta utilizzabile come moneta di pagamento. Mentre in principio il tutto era limitato a qualche ipotesi diffusa tramite Facebook, ora Bankitalia è stata costretta ad emettere un comunicato, peraltro durissimo. L’idea di fondo è che basti una PEC per saldare i propri debiti pagamento con la propria moneta virtuale e personale.
La Banca d’Italia ha dunque chiarito, senza mezze misure, che il fenomeno rischia di diventare incontrollabile e, soprattutto, pericoloso.
Questo il testo del comunicato della Banca d’Italia
Si ricorda che la prestazione dei servizi di pagamento, attraverso moneta scritturale, è un’attività consentita per legge esclusivamente ai soggetti abilitati, quali banche, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento. Tali intermediari sono sottoposti dalla legge alla vigilanza della Banca d’Italia, finalizzata ad assicurarne la sana e prudente gestione, la stabilità complessiva nonché l’osservanza delle norme (art. 5 Testo unico bancario, d. lgs. n. 385 del 1993). Secondo il Testo unico bancario (art. 131-bis e 131-ter) l’abusiva emissione di moneta elettronica e l’abusiva prestazione di servizi di pagamento costituiscono un reato. Il Testo unico bancario (art. 146) affida altresì alla Banca d’Italia la funzione di sorvegliare il sistema dei pagamenti avendo riguardo al suo regolare funzionamento, alla sua affidabilità ed efficienza, nonché alla tutela degli utenti dei servizi di pagamento. La Banca d’Italia avverte pertanto che le iniziative di creazione autonoma di moneta scritturale non hanno alcun fondamento giuridico e invita i cittadini a non utilizzare tali forme di “moneta”, prive di valore legale e del potere di estinguere le obbligazioni in denaro. I soggetti creditori non possono accettare queste forme di “pagamento”, e sono autorizzati ad attivare le tutele previste dall’ordinamento per il caso di inadempimento (avvio di azioni di recupero, applicazione di sanzioni o interessi di mora, ecc.).