Editori contro Google: “Sfrutta GDPR contro di noi”
Un ben nutrito gruppo di Editori digitali, nazionali e internazionali, si è scagliato in queste ore contro Google, accusando il Colosso di internet di sfruttare il nuovo GDPR, ovvero il General Data Protection Regulation (nuovo regolamento UE sulla privacy e protezione dati), al fine di imporre nuovi termini ancora più severi e restringenti in cambio dell’accesso al network pubblicitario.
“Consideriamo particolarmente preoccupante che tu abbia aspettato fino all’ultimo minuto, prima che il Gdpr entrasse in vigore, per annunciare questi termini ai publisher che ora hanno poco tempo per valutare la legalità e l’equità della tua proposta” hanno scritto in una lettera bollata gli editori e successivamente inviata al Ceo di Google, Sundar Pichai, affermando anche come questa procedura sia scorretta e poco chiara.
Cosa viene contestato?
La maggior obiezione che viene mossa nei confronti di Google sembra essere quella di voler diventare un controllore di dati piuttosto che un processore di dati, snaturando così il suo status e arrogando così il diritto a “prendere decisioni unilaterali su come vengono usati i dati dei publisher“.
La seconda preoccupazione deriva dalla voglia di Google di trasferire agli editori la responsabilità di ottenere, dagli utenti, il consenso per il proprio trattamento dati come previsto nel nuovo regolamento. “Come sempre Google vuole avere la sua torta e mangiarla. Intende essere controllore di dati, dati forniti dai publisher, senza alcuna responsabilità legale, e apparentemente con la totale libertà di fare dei dati ciò che vuole” – afferma Angela Mills Wade, direttrice esecutiva dello European Publishers Council, e firmataria della lettera recapitata a Mountain View.