Diritti inespressi sulla pensione INPS: cosa sono?
Diritti inespressi. Questa una delle ricerche più frequenti di tantissimi pensionati italiani dopo il tam tam sui social circa la possibilità di ottenere qualche centinaio di euro in più in pensione. La vicenda, che per ovvie ragioni è diventata virale e che subito è passata alla ribalta, in realtà merita ulteriore chiarezza.
Ad accendere i riflettori sui diritti inespressi ci ha pensato il Venerdì di Repubblica. La questione è semplice: secondo quanto riportato dal rotocalco di uno dei quotidiani più letti d’Italia (e ripreso da centinaia di siti web), sarebbe possibile recuperare qualche cifra, seppur minima, sull’assegno mensile di pensione. Giusto per fare chiarezza: la notizia è vera. I diritti inespressi possono davvero determinare un aumento dell’assegno mensile ma la portata è nettamente diversa da quanto sembrerebbe a leggere tanti degli articoli pubblicati (soprattutto online).
La questione è quindi reale e anche chi millanta di volerla spiegare ed indagare nel dettaglio, in realtà si limita ad una generica citazione. La verità è che la questione dei diritti inespressi va avanti da molto tempo. Proviamo dunque a fare, finalmente, chiarezza.
Diritti inespressi: cosa sono e quanto può variare la pensione
Banalmente i diritti inespressi potrebbero generare un aumento della pensione mensile: in questa fase economica, anche un piccolo aumento potrebbe ridare ossigeno alle tasche già troppo vuote dei pensionati italiani. Da cosa deriverebbe l’eventuale aumento? Semplice. L’ipotesi più probabile è innanzitutto quella legata ad errori in fase di calcolo; in seconda battuta ecco arrivare quelle somme non erogate dall’INPS a causa della mancata richiesta dei pensionati. Parliamo di quelle quote che l’INPS è tenuta ad erogare esclusivamente su richiesta degli aventi diritto o, comunque, di quelle cifre che maturano successivamente al calcolo della pensione.
Diritti inespressi: cosa fare?
La prima cosa da fare è procedere al controllo della pensione: una sorta di ricognizione, offerta anche gratuitamente da molti centri di assistenza fiscale, che consentirà di capire se stiamo davvero usufruendo di tutti i diritti previsti dalla normativa previdenziale italiana. La variazione in aumento può infatti essere determinata: dagli assegni per nucleo familiare, dalle prestazione per invalidi civili; dagli importi aggiuntivi che andrebbero sommati all’assegno mensile.
Secondo le stime, sebbene non siano affatto utili i toni sensazionalistici, ben 6 milioni di pensionati italiani potrebbero trarre vantaggio da un ricalcolo della pensione mensile. Un’enormità, soprattutto se si pensa che in Italia i pensionati sono 18 milioni. Un terzo di loro avrebbe quindi diritto a cifre aggiuntive legate ai ricalcoli per i diritti inespressi.