Direzione PD oggi: no all’accordo con il M5S
Non vi sono possibilità per un governo tra Democratici e Movimento 5 Stelle: questa è la linea tracciata dal segretario reggente Martina al termine della sua relazione nella Direzione del PD. In via del Nazareno sono presenti anche l’ex segretario Renzi, oltre al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e i ministri Minniti, Franceschini, Orlando, Finocchiaro, Madia e Calenda.
“Questa direzione ci chiama a un confronto franco, sincero, a due mesi dal voto che ci ha consegnato una delle sconfitte più nette mai accadute nella nostra storia. Il voto ci pone domande cruciali sul destino del campo del centrosinistra. Non possiamo rimuovere quel che è accaduto: dobbiamo capire per cambiare. Non ce la caveremo solo con qualche mossa tattica. Non si tratta di tornare indietro né andare oltre, ma riprogettare per ripartire. Serve un ripensamento netto su come si sta insieme, su come ci si confronta e si prendono le decisioni dopo essersi ascoltati e aver fatto un confronto con la voglia di costruire una risposta insieme non solo con rapporti di forza” – annuncia Martina nella sua relazione, auspicando a un periodo di profondo rinnovamento nella sinistra italiana, oltre che di interrogativi.
No a 5 Stelle e Centrodestra
“Con M5s capitolo chiuso. Parlavamo molto di loro ma il tema vero eravamo noi, il nostro ruolo e la nostra funzione anche quando si è minoranza. Per me era non condannarci all’irrilevanza e accettare una sfida. Era un’ipotesi più rischiosa ma l’ho immaginata per come potevo fino a qui con questa ambizione. Per noi il tema non è mai stato votare Salvini o Di Maio Premier. Ma per noi il tema non potrà mai essere nemmeno sostenere un qualsivoglia percorso con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento.Tanto più impossibile chiaramente per noi un governo a trazione leghista. Lunedì si terranno nuove consultazioni e dovremo avere atteggiamento costruttivo verso la presidenza per affrontare questo nodo complesso. Credo che tanto più oggi dobbiamo supportare l’operato di Mattarella a cui vanno anche da qui i nostri sentimenti di stima e fiducia“. Chiusura totale dunque ad un eventuale appoggio politico anche responsabile, ma i Dem sono aperti solo ad un governo d’unità nazionale, dove tutti i partiti trovino un nome comune a cui dare la fiducia ed avviare le riforme.
Un’arma a doppio taglio questa, se si pensa ai numeri del Centrodestra e del Movimento 5 Stelle, che da Via del Nazareno sembrano aver considerato e voler comunque percorrere nella fiducia più totale riposta nel Capo dello Stato. Un garante, magari, che possa assicurare al paese la nuova manovra finanziaria, come vuole Mattarella, e cambiare la legge elettorale.
Rinnovata fiducia
Alla luce della relazione di Martina, la fiducia nel reggente sembrerebbe essere confermata all’unanimità e si allontana lo spettro, paventato queste ore, di una scissione all’interno del partito. I renziani hanno appoggiato le parole del segretario reggente, tra l’altro facente capo proprio all’area renziana, così come i governisti pare abbiamo modificato la propria posizione. Adesso resta solo da decidere se votare la fiducia, comunque già espressa, a Martina o inserire la sua relazione in un documento ufficiale del partito.