Diary: cos’è e come funziona l’app che traccia i movimenti e premia chi sta a casa
L'Università di Urbino sta testando un'app che tracci i movimenti degli utenti e premi con punti le persone che rispettano le regole contro il Coronavirus.
Diary è un’applicazione pensata dall’Università di Urbino che permetterebbe di tracciare in maniera intelligente tutti gli spostamenti degli utenti e fornire voucher premio a chi rispetta di più le regole contro il contagio da Covid-19.
Mentre in Campania De Luca chiede l’esercito per fermare chi non rispetta le regole contro il Coronavirus, all’Università di Urbino si cerca un metodo più pacifico ma non certo privo di dilemmi per spingere le persone a stare in casa e prevenire quanto più possibile il contagio da Covid-19. L’ateneo marchigiano ha implementato un’app che sarebbe in grado di monitorare gli spostamenti dei suoi utenti e valutare la correttezza degli stessi rispetto alle norme per la prevenzione del contagio. Ecco di cosa si tratta.
Cos’è Diary?
Diary è un’applicazione sviluppata dall’Università di Urbino e dallo spinoff universitario Digit che permetterà di monitorare gli spostamenti dei suoi utenti per valutare quanto e come si muovono e in che grado rispettano le prescrizioni per evitare il contagio da Coronavirus. L’applicazione è ancora in fase di sperimentazione ma già non poche perplessità sta destando sotto il profilo della tutela della privacy.
Come funziona Diary?
Diary funziona raccogliendo tutti i dati sugli spostamenti dell’utente e ne conserva memoria locale sul dispositivo senza però intaccare batteria e memoria dello stesso. Il tracciamento degli spostamenti è molto più intelligente e sofisticato rispetto a quello messo in atto da altri strumenti già disponibili: infatti, Diary tiene nota solo degli spostamenti significativi e, inoltre, è in grado di capire se la persona si sta muovendo a piedi, in bici o su altri mezzi di trasporto a motore.
Un’altra funzione molto importante di questa applicazione è la possibilità per l’utente di etichettare tutti i luoghi in cui si ferma per più di cinque minuti e segnalare se si tratta di luoghi in cui ci sono particolari situazioni di rischio come una folla notevole. A fine giornata l’app calcola il tempo trascorso in ogni luogo e, eventualmente, premia chi ha assunto comportamenti virtuosi.
Come Diary premia chi sta a casa?
Nell’idea dei suoi sviluppatori Diary dovrà premiare chi sta più a casa e rispetta le regole con dei WOM, vale a dire una sorta di certificato che attesta una buona pratica sociale e che presso determinati esercenti che parteciperanno all’iniziativa potranno essere riconosciuti come dei voucher per ottenere beni e servizi. In sostanza l’idea è quella di premiare chi mette in atto dei comportamenti responsabili e aiuta la collettività a uscire prima da questa drammatica situazione.
Quando sarà disponibile Diary?
Diary dovrebbe essere pronta in tempi relativamente brevi: infatti, dal 23 marzo partirà la fase di beta tester mentre la vera e propria disponibilità dell’applicazione è prevista per la fine del mese. Ovviamente sull’iter per la messa sul mercato di questa applicazione inciderà l’eventuale insorgere di proteste da parte di chi, a ragione in un certo senso, potrebbe rilevare delle problematiche a livello di tutela della privacy.
Diary viola la privacy?
Secondo i suoi creatori Diary non violerebbe la privacy degli utenti poiché innanzitutto il download dell’app è volontario. È vero che i dati raccolti saranno convogliati in un data set ma la raccolta sarà anonima e assolutamente su base volontaria. Inoltre i dati saranno solo legati al tempo trascorso in casa e ai mezzi utilizzati per spostarsi, non c’è alcun obbligo di rendere noto all’applicazione in che luogo ci si trova e perché.
A cosa serve Diary?
In prima istanza l’app Diary serve a incentivare le persone a rispettare le regole grazie al sistema dei WOM che riconoscono una sorta di premio a chi assume comportamenti responsabili. Oltre al fine preventivo ce n’è anche uno curativo: infatti, i dati raccolti dalla nostra app possono essere incrociati con quelli degli altri utenti per ricostruire in maniera capillare tutti i contatti di una persona poi risultata positiva al tampone.
La ricostruzione dei contatti durante il periodo di incubazione di una persona positiva al Covid-19 è di fondamentale importanza nell’arginare il virus ma non sempre è facile risalire a tutte le persone venute in contatto con il positivo, soprattutto se quest’ultimo è una persona che hanno frequentato assiduamente luoghi pubblici. L’app Diary consente sostanzialmente in maniera automatica di risalire in tempi brevi a tutte le persone che sono state per un certo periodo di tempo con la persona poi risultata positiva. Ovviamente a tal fine maggiore è il numero delle persone che acconsentono al trattamento dei loro dati e maggiore saranno le potenzialità di questa applicazione nella guerra contro il Coronavirus.
I mezzi tecnologici per controllare gli spostamenti
Ovviamente quello di Diary non è l’unico tentativo di usare i moderni mezzi digitali per un controllo degli spostamenti delle persone. Ci sono Stati come, per esempio, Israele che stanno usando con grande disinvoltura il tracciamento attraverso i telefoni cellulari delle persone sottoposte a quarantena. In Lombardia si è scoperto un elevato livello di contravvenzione alle regole grazie anche a strumenti del genere ma, per questioni legate ovviamente alla privacy, tutti i dati sono stati trattati in maniera anonima e, quindi, non si è in grado di risalire alle persone che hanno effettuato spostamenti vietati.
Hong Kong ha deciso di obbligare al braccialetto elettronico tutte le persone di rientro nel Paese che per legge dovranno essere sottoposte a una quarantena di quindici giorni. È chiaro che in Cina risulta più facile adottare misure così coercitive ma anche in Italia, soprattutto in Lombardia, qualcuno sta iniziando a pensare che provvedimenti del genere vadano adottati soprattutto per tenere sotto controllo tutti i positivi in isolamento domiciliare perché in buone condizioni di salute.