Di Maio incontra Mimmo: l’operaio Fiat che voleva darsi fuoco
Stava quasi per inziare con una tragedia il primo giorno di Di Maio come neo Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Mercoledì mattina a Pomigliano d’Arco, nel napoletano, un uomo si è incatenato nei pressi della casa della famiglia del ministro e, cosparsosi di benzina, ha minacciato di darsi fuoco in segno di protesta. Si tratta di Mimmo Mignano, uno degli operai della Fiat che nel 2014 furono licenziati per aver inscenato davanti ai cancelli dello stabilimento Leonardo il funerale di Sergio Marchionne.
E’ per questo che Mimmo ed altri quattro dipendenti avevano imbastito una guerra legale contro l’azienda. Si erano prima rivolti al Tribunale del Lavoro di Nola, ma con scarsi risultati in quanto per ben due volte è stata data ragione al Lingotto. Successivamente è arrivata una vittoria. Nel 2016 la Corte d’Appello di Napoli gli aveva dato ragione, disponendo per il reintegro dei lavoratori. Proprio ieri, però, la Cassazione ha cancellato tale decisione, ed ha accolto il ricorso fatto dalla Fci dando ragione del licenziamento di Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricatore. “Il licenziamento per giusta causa è assolutamente legittimo – è stato sentenziato – in quanto la macabra rappresentazione scenica organizzata dai dipendenti travalica i limiti della dialettica sindacale”.
L’operaio non l’ha presa per niente bene. Se non fosse stato per le forze dell’ordine di Pomigliano, che lo hanno bloccato e soccorso, avrebbe avuto veramente luogo qualcosa di “macabro” e non sarebbe stato una semplice “rappresentazione”. Il Mattino, noto quotidiano napoletano, fornisce ulteriori dettagli sugli avvenimenti di ieri. “È stato portato all’ospedale civile di Nola l’operaio che si era incatenato davanti alla casa di Luigi Di Maio per poi cospargersi di benzina. L’uomo è stato soccorso dalle stesse forze dell’ordine che hanno allertato il 118. L’operaio lamenta forti bruciori agli occhi dovuti alla benzina che si è cosparso sulla testa. I lavoratori erano stati reintegrati in fabbrica da una sentenza della corte d’appello del 2014, ma non erano mai rientrati, per volontà aziendale, pur percependo regolare stipendio”.
In serata, informato dell’accaduto, Luigi Di Maio ha annunciato che sarebbe andato a fargli visita. “Sto andando all’ospedale di Nola a trovare Mimmo, un mio concittadino – ha detto – che ha perso il lavoro e che oggi ha fatto un gesto disperato. Sto andando per dirgli che lo Stato c’è”. Quest’oggi il vicepremier ha mantenuto la parola ed ha incontrato l’uomo. Dopo averlo visto ha dichiarato : “da ministro ho detto a Mimmo che è una sentenza che va rispettata ma per noi non deve essere un alibi. Sono stato qui – ha aggiunto il vicepremier – prima di tutto per dare un supporto umano ad una persona della mia città che stava per compiere un atto rischioso”.
Di Maio ha successivamente visitato lo stabilimento Leonardo, dove gli operai gli hanno riservato un’accoglienza davvero calorosa. I lavoratori gli hanno sinceramente voluto stringere le mani e gli hanno scattato foto mentre saliva su uno dei velivoli Atr in produzione nella fabbrica. L’ad Alessandro Profumo ed il presidente Gianni De Gennaro lo hanno accompagnato. Il ministro ha poi avuto un incontro privato con i vertici aziendali ed ha partecipato ad una visita in un paio di hangar dove i dirigenti gli hanno mostrato l’attuale produzione di fusoliere, che ieri hanno raggiunto quota 1500.
Significativo il discorso che Di Maio ha tenuto. “I fondi per la coesione territoriale saranno gestiti dal ministro per il Sud, e la ministra Barbara Lezzi si occuperà dell’annosa questione di come si spendono i fondi europei. L’Italia ha si un problema di investimenti ma anche dove sono stati dati fondi per gli investimenti quei fondi sono bloccati. Perché molto spesso agli enti territoriali bisogna fornire più competenze, più personalità con specifiche competenze per poter utilizzare quei fondi”.
“Sono qui – ha proseguito – per testimoniare tutta la mia collaborazione tutta la volontà del Governo a far crescere l’Italia tutta. Il Nord non ce la può fare a tirare da solo. Risolviamo la questione delle regioni del sud che passano attraverso realtà di eccellenza come queste e ci fanno grandi nel mondo. Leonardo è anche ambasciatore di Italia nel mondo, in quanto qua si realizza un prodotto che viene esportato in tutti i Paesi del mondo. Ed il Governo si impegna a migliorare, dove possibile, lo sviluppo di stabilimenti come questi”.