Deep Web, Siti e Link nella rete sommersa
Chiamatelo Web Sommerso, Dark Web o Deep Web. Il senso non cambia: parliamo del mondo oscuro di siti e link (anche italiani), di quella parte del web dove è possibile acquistare e vendere qualsiasi tipo di prodotto, dalle droghe alle armi in completo anonimato. Il servizio andato in onda durante Le Iene ne testimonia più o meno la diffusione, il tenore e la struttura.
Proviamo però a capire quale sia la realtà (e ad andare oltre le semplici definizioni). Per Deep Web si intende quella area di rete che resta comunque fuori dai motori di ricerca, il lato oscuro dove avviene tutto e il contrario di tutto. È la rete di software, link e siti dedicati ad una sorta di rete parallela dove tutto è possibile.
Deep Web e Dark Web, wiki e differenze in rete
Spesso confusi, in realtà il dark web non è altro che un sottoinsieme del deep web, un’area a cui è impossibile accedere se non attraverso software di connessione particolare che consentono agli utenti di navigare su una rete parallela alla normale rete internet, spesso anche per portare a compimento azioni illegali.
In rete non è difficile imbattersi anche in qualche guida sulle migliori modalità (e i software migliori) per le connessioni alla darknet. Ne ha parlato addirittura il re dei motori di ricerca, Salvatore Aranzulla, in un suo lungo post di qualche tempo fa. Secondo il principe delle guide e dei tutorial, il punto di partenza per connettersi al Deep Web da computer, sarebbe quello di scaricare un software e di configurarlo in modo da ottenere una versione modificata di Mozilla per la navigazione.
Deep Web, regno delle attività illegali
I dati sono sconvolgenti: secondo Il Fatto Quotidiano circa il 96% del web sarebbe Deep Web. Solo il 4% della rete è esattamente ciò che siamo abituati a vedere: il resto sarebbe in realtà quel mondo oscuro fatto di attività illegali tramite software, siti e link che consentono di navigare, nel completo anonimato, in una rete parallela.
Il punto di partenza è sempre quello della connessione Tor: sensibilmente più lenta, consente di connettersi al dark web conservando l’anonimato anche per le transazioni illegali (droghe, armi, etc.) Spesso potrebbe anche non bastare un software di connessione: per alcuni link potrebbe essere necessario addirittura un invito da parte di un altro membro della rete.
Dark Web: nel deep web non c’è solo l’illegalità
Secondo quanto riferito però da IlPost.it, il deep web non è solo illegalità. In un servizio, che prende spunto dagli studi condotto da Terbium Labs, Il Post passa la rete parallela al setaccio e i risultati sono strabilianti. Il 45% dei link riguarda la vendita, l’acquisto o comunque le transazioni afferenti al commercio di droga e sostanze stupefacenti; l’11,9% riguarda il mercato di farmaci. Si scende poi sotto al 5% per i siti relativi a frodi informatiche e operazioni di hacking. 3,7% riguarda i siti dedicati al commercio di materiale pedopornografico.
In questa area, però, non mancano i link legali, per lo più dedicati alle versioni onion dei grandi network o al commercio di materiale pornografico non illegale online.