Decreto Madia sul Pubblico Impiego, nuove Regole sui permessi per Malattia
I dipendenti pubblici saranno a rischio licenziamento nel caso in cui si mettessero in malattia prima di un ponte o di un weekend. Queste alcune regole contenute nel decreto Madia che verranno ad essere applicate nei confronti di chi lavora per lo Stato e così come messe nere su bianco un decreto governativo.
Mai più si potrà stare in malattia il giorno prima di una festività poiché, se si è un dipendente pubblico, si potrebbe rimanere a casa anche i giorni successivi poiché si potrebbe essere licenziati. Tutto questo viene spiegato, nel dettaglio, nel decreto Madia sul pubblico impiego che sarà giudicato, entro la metà di febbraio, dal Consiglio dei Ministri, insieme agli altri due decreti su partecipate e dirigenza sanitaria, che sono stati bocciati dalla Corte Costituzionale lo scorso novembre.
Il provvedimento, scrive Studio Cataldi, elenca le dieci condizioni che possono costituire dei motivi validi affinché possa scattare la misura più severa, il licenziamento, appunto. Il rimedio è un vero e proprio decalogo in cui vengono spiegate le situazioni che potrebbero portare alla sentenza disciplinare per gli statali. Si parla di “…falsa attestazione della presenza in servizio, allo scarso rendimento, sino alle gravi e reiterate violazioni del codice di comportamento. Esempio: accettazione di regali costosi o l’abuso dell’auto di rappresentanza.
Il decreto, pertanto, suggerirà i periodi nei quale ci si potrebbe assentare o meno basandosi sul punto di vista lavorativo o logistico. Non si potrà mancare nei giorni che allungano il fine settimana (venerdì e lunedì) o in concomitanza di scadenze importanti (iscrizione a scuola o la presentazione della dichiarazione dei redditi). I momenti più monitorati saranno anche quelli in corrispondenza con i “grandi eventi”. In questi casi non ci possono essere carenze di personale da parte della Pubblica Amministrazione.
Studio Cataldi, inoltre, avvisa i responsabili che potrebbero essere licenziati nei casi in cui, dinanzi agli illeciti del dipendente, fingono di non vedere e non si attivano per segnalarli. Pertanto, è ancora in stand by, la procedura sprint che prevede il licenziamento entro 30 giorni per chi cerca di agire illegalmente “nei riguardi” del cartellino.