Ventilatore polmonare, a cosa serve e come si usa
Il ventilatore polmonare è uno degli strumenti più importanti nella lotta alle forme più gravi di Covid-19. Ecco cos'è e a cosa serve.
Il ventilatore polmonare è uno strumento che serve a sostenere la respirazione fornendo ossigeno direttamente ai polmoni. È un apparecchio fondamentale in terapia intensiva soprattutto contro il Covid-19.
L’emergenza Coronavirus ha portato nel nostro linguaggio comune parole finora o sconosciute o, comunque, poco utilizzate. Una di queste espressioni è ventilatore polmonare che indica uno strumento di cui a stento conoscevamo l’esistenza un mese fa ma che sembra essere divenuto di fondamentale importanza per il nostro sistema sanitario.
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Cos’è un ventilatore polmonare?
Un ventilatore polmonare è un apparecchio che serve ad assistere la respirazione di soggetti che non sono in condizioni di farlo autonomamente. Il ventilatore polmonare entra in gioco quando nel paziente si verifica un’ipossiemia, vale a dire un’anomala diminuzione dell’ossigeno nel sangue che costringe i medici ad applicare azioni di sostegno alla respirazione.
In parole molto povere il ventilatore polmonare è uno strumento che ”immette” aria direttamente nei polmoni sostituendosi di fatto ai muscoli responsabili delle respirazione quando questi ultimi non sono più in grado di assolvere alla loro funzione.
Come e quando si usa il ventilatore polmonare?
Il ventilatore polmonare si usa, quindi, quando la respirazione autonoma del paziente è sostanzialmente compromessa. Nei casi di pazienti affetti da Coronavirus, il ventilatore polmonare entra in gioco quando l’infezione causata dal virus colpisce a tal punto da rendere la saturazione del sangue insufficiente. A quel punto si rende necessario un ”apporto di ossigeno extra” per mantenere le funzioni vitali del soggetto attive.
Il ventilatore polmonare è usato nelle terapie intensive anche con pazienti sottoposti a coma farmacologico che, ovviamente, non hanno la possibilità di respirare autonomamente. Spesso questo apparecchio è utilizzato anche prima di particolari interventi al torace che rendono indispensabile un’inibizione della respirazione naturale.
Come funziona un ventilatore polmonare?
Il ventilatore polmonare funziona sostanzialmente erogando aria nei polmoni del paziente seguendo determinate modalità. È molto importante che segua una frequenza e una pressione accuratamente studiata per garantire le giusta quantità di gas al paziente.
I ventilatori polmonari di ultima generazione sono pensati per calcolare in maniera automatica i volumi d’aria da somministrare al paziente in base alle pressioni registrate. La ventilazione deve rispettare determinati ritmi che rendano possibili gli scambi gassosi tra gli alveoli e i capillari sanguigni proprio come avviene durante la respirazione naturale.
Come si usa un ventilatore polmonare?
Il ventilatore polmonare può essere utilizzato in diverse maniere. La forma di ”intubazione” più è quella che si serve del così detto tubo endotracheale, vale a dire un tubo che viene inserito nella bocca del paziente e che, passando per la trachea, porta l’aria direttamente i polmoni. L’inserimento di questo tubo è un’operazione particolarmente invasiva e, pertanto, è necessario che il paziente sia sedato.
Alla lunga la presenza di questo tubo nella trachea può causare danni alla stessa ed è proprio per questo che, quando si prevede una intubazione molto lunga, i medici optano spesso per quella che viene definita tracheotomia che consente, attraverso un’incisione chirurgica, di portare il tubo direttamente alla trachea senza passare dalla bocca.
Caschi respiratori e maschere
Non è detto che l’assistenza alla respirazione debba passare per forza attraverso l’intubazione: infatti, nei casi meno gravi può essere sufficiente l’utilizzo di una maschera da applicare al volto o di un casco respiratori CPAP che garantisce una ventilazione continua a quei soggetti che non necessitano di terapia intensiva.
Come detto, l’intubazione, in qualsiasi modo essa venga fatta, è un’operazione assolutamente non priva di controindicazioni ed è per questo che le maschere e i caschi rappresentano una validissima alternativa in tutti quei casi in cui i medici valutano non necessario l’utilizzo di tubi.
Il ventilatore polmonare ha controindicazioni?
L’uso del ventilatore polmonare non è privo di controindicazioni: infatti, il supporto respiratorio alla lunga potrebbe causare problemi come lo pneumotorace, vale a dire un accumulo di gas nel cavo pleurico che rende difficile l’espansione del polmone. Altre problematiche potrebbero rappresentare effetti collaterali dell’utilizzo di un ventilatore polmonare sono polmonite o danni agli alveoli.
Quanto costa un ventilatore polmonare?
Un ventilatore polmonare costa in media circa €17.000 ma in questo momento il problema più che è economico è produttivo: infatti, la domanda di queste particolari apparecchiature si è innalzata notevolmente con l’esplosione della pandemia di Coronavirus.
Come lamentato da diversi esponenti politici come, per esempio, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, i tempi di attesa per ricevere i ventilatori polmonari ordinati sono nell’ordine dei mesi, cosa assolutamente non compatibile con l’emergenza in atto. In Italia l’unica azienda dedita alla produzione di questi macchinari sta facendo sforzi enormi enormi per provare ad aumentare la sua produttività e anche aziende non specificamente del settore, come per esempio la Ferrari, stanno provando a dare una mano.
Allo studio ci sono progetti che potrebbero abbassare costi e tempi di produzione sfruttando le tecnologie digitali ma, trattandosi di importanti dispositivi medici che hanno un forte impatto sulla salute delle persone, più di tanto non si possono forzare le procedure e, pertanto, si torna sempre al tema della necessità di procurarsi questi dispositivi in tempi estremamente rapidi.