Cos’è la Mamba Mentality? Come Kobe Bryant ha scalato il mondo della NBA
Nel mondo della NBA si è parlato sempre molto di ''Mamba mentality'' in relazione al modo di vivere la pallacanestro di un campione come Kobe Bryant. Ecco che cos'è.
Per ”Mamba mentality” si intende quella particolare mentalità che ha caratterizzato la vita e la carriera di Kobe Bryant fino all’approdo ai più alti livelli del basket mortale. Ecco di cosa si tratta.
La notizia della tragica morte di Kobe Bryant giunta ieri sera ha acceso i riflettori sulla figura di questo campione anche per chi non ha mai seguito assiduamente il mondo della NBA. Tanto si è parlato negli anni di ”Mamba mentality”, quel particolare modo di intendere la vita e la competizione che il 24 gialloviola ha portato avanti negli anni, ma forse troppo poco la si è analizzata e applicata nella vita di tutto i giorni di ognuno di noi.
Cos’è la ”Mamba mentality”?
Nel 2018 Kobe Bryant pubblicò un libro intitolato proprio ”Mamba mentality” in cui illustrava in 13 punti come aveva scalato il mondo della NBA fino a conquistarsi un posto tra gli dei della storia della palla a spicchi. In queste ore pagine social e siti internet stanno rilanciando in maniera pressoché continua aneddoti sull’etica del lavoro del Kobe Bryant ma forse sarebbe riduttivo ricondurre il concetto di ”Mamba mentality” solo ed esclusivamente a un metodo di allenamento: infatti, la ”Mamba mentality” è stato per la stella dei Lakers uno stile di vita, un percorso da seguire per raggiungere obiettivi che le persone normali, probabilmente, fanno fatica anche solo a prefiggersi.
Per il figlio di Joe Bryant, ex giocatore NBA e protagonista degli anni d’oro del nostro basket a cavallo tra anni 80′ e 90′, sarebbe stato molto facile divenire il ”figlio di” ma i piani nella mente del ”Black Mamba” erano diversi fin dal principio, anche quando in Italia qualcuno non vedeva in lui neanche le doti per giocare in una squadra scolastica. Mamba mentality è anche questo: credere in sé stessi prima ancora che lo facciano gli altri. La storia dello sport è ricca di giocatori che con il lavoro hanno conquistato un posto al sole pur non godendo del talento naturale per farlo e altrettanti sono stati invece coloro che pur avendo ricevuto dalla natura doni inimmaginabili hanno gettato alle ortiche tutto in poco tempo. Kobe era un’altra cosa: Kobe era un fuoriclasse che aveva abbracciato la sua vocazione e che aveva vissuto per seguirla fino a calpestare e, talvolta, sorpassare la linea che demarca il confine tra agonismo e ossessione.
Non siamo di certo qui a fare un santino di un uomo che in molti conoscono anche per questioni molto meno edificanti delle meraviglie sportive sul parquet. Non vogliamo neanche far passare l’idea ridicola che in ognuno di noi ci possa essere un Kobe Bryant pronto a conquistare il mondo, ma forse il mondo funzionerebbe meglio se in ogni contesto ci fosse un piccolo ”Black Mamba” a indicare una via per provare quantomeno a uscire dalla mediocrità in cui troppo spesso ci adagiamo con troppa facilità.