Cos’è e come funziona la spesa sospesa? L’iniziativa contro il Coronavirus
La ''spesa sospesa'' è un'iniziativa diffusasi a Napoli dove è possibile pagare dei prodotti alimentari che poi verranno distribuiti a chi non può fare la spesa in questi giorni.
Dopo aver ordinato la spesa a domicilio dal proprio commerciante di fiducia, è possibile pagare qualche euro in più per lasciare una “spesa sospesa” a un bisognoso. L’iniziativa lanciata a Napoli dalla seconda Municipalità, si sta diffondendo piano, piano su tutto il territorio nazionale.
In Sicilia, ad esempio, il Comitato Promotore delle Zone Franche Montane, ha lanciato un appello per aiutare le famiglie che vivono una situazione di disagio economico, dovuta al fermo lavorativo per l’emergenza sanitaria. In Puglia, la CARITAS e UNITALSI, promuovono “La spesa Sospesa”. Lo stesso in Friuli, ma anche in Trentino, in Emilia Romagna, Lombardia. E così via, via, la solidarietà investe tutta la Penisola. C’è da dire che l’iniziativa è realizzata con il contributo fondamentale dei supermercati.
L’abitudine di lasciare “il sospeso” (prima era il caffè), resta comunque tutta partenopea. È un gesto nobile e antico compiuto in anonimato da persone di buon cuore che vogliono dare anche ai più poveri la possibilità di sostenersi e non morire di fame. Ma è anche un modo per intervenire attivamente sulle problematiche legate all’educazione alimentare (il cibo non va sprecato, né buttato nei cassonetti), e sui fattori occupazionali.
“La Spesa Sospesa” non eroga prodotti alimentari specifici, così come accade per altre iniziative, ma adotta la formula dei buoni spesa da usare all’interno degli esercizi commerciali che hanno aderito al circuito di solidarietà inseme alle associazioni di categoria (ASCOM). La partecipazione al circuito prevede a sua volta un’adesione da parte dei commercianti che sottoscrivono una carta di impegno etico a sostegno delle buone pratiche sul territorio.
Due sono principi indissolubili di questa iniziativa: restare a casa e donare agli altri. La quarantena è pesante da sopportare per tutti. Ma c’è chi è più in difficoltà e il rischio di chiuderci ognuno a casa propria è quello di aumentare esponenzialmente la solitudine e lo stato di abbandono di chi è in difficoltà.