Corriere.it a Pagamento: Crollo di Visite, i Giornali Concorrenti Ringraziano
I lettori abituali della versione online ormai lo sanno da tempo: il sito del Corriere della Sera è diventato a pagamento. Da diverse settimane, ormai, l’edizione web dello storico quotidiano RCS ha deciso di seguire l’esempio di parecchi giornali inglesi e statunitensi che hanno intrapreso la strada del “freemium”. Che, tradotto, significa: puoi leggere pochi articoli al mese, poi devi pagare. Il costo, al momento, è simbolico (0.99 euro per un mese) ma dopo il primo mese assume tutt’altro importo (9.90 euro), per altro con rinnovo automatico. Un prezzo civetta, insomma, per raccattare nuovi abbonati.
E’ l’ultimo tentativo in ordine di tempo messo in atto da Corriere.it per monetizzare il lavoro svolto sul web. Ma è anche una svolta epocale nel mondo dell’informazione online che, dopo aver assistito ad un ventennio di implosione delle notizie sul web, vede la necessità di trovare nuove soluzioni per rimediare (seppur in parte) ai mancati introiti dalle vendite dei giornali cartacei. La sola pubblicità online, tra i classici banner ed i formati mobile, oltre al dilagare del cosiddetto “native advertising“, non è più sufficiente per tenere in piedi vecchi carrozzoni riadattati al web come le redazioni dei grandi quotidiani.
I risultati per ora sono tutt’altro che incoraggianti ed hanno portato ad un fisiologico calo del traffico complessivo di Corriere.it, alla netta diminuzione di nuovi utenti, pagine visualizzate e tempo medio di permanenza sul sito (tutti fattori molto importanti lato SEO perché tenuti fortemente in considerazione da Google). Allo stesso tempo, a fronte di un esiguo numero di abbonamenti sottoscritti (ovviamente non ci sono dati ufficiali, ma si ragiona per ipotesi), la concorrenza ringrazia. A partire da Repubblica.it e da IlFattoQuotidiano.it, passando per LaStampa.it ed IlMessaggero.it. Chi prima, un po’ per abitudine, un po’ per nostalgia, era abituato a navigare il sito del Corriere della Sera, ora va altrove. Sceglie altri canali, che per il momento sono ancora gratuiti, e s’informa lo stesso.
Insomma, è davvero vincente la strada imboccata da Corriere.it? Solo il tempo ce lo potrà dire…