Coronavirus, quando si riapre? Le ipotesi per la ripresa delle attività
Come sarà il dopo emergenza e quali misure saranno adottate per il graduale rientro?
Le misure attuali per la lotta al Coronavirus resteranno ancora in vigore fino a Pasqua. La riapertura del paese avverrà in maniera graduale e con tempistiche differenziate per il ritorno alle attività produttive e alla vita sociale.
L’emergenza Coronavirus è tutt’altro che finita ma i primi dati incoraggianti sul contagio hanno fatto sì che si inizi già a pensare alla riapertura del Paese e alle modalità di ripresa della vita normale. Ovviamente l’apertura sarà graduale e gli anziani, le fasce protette e le persone più fragili continueranno ad essere tutelate con particolari attenzioni.
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Quando riprendono tutte le attività?
La ripartenza sarà graduale. È impensabile supporre un rientro immediato alle condizioni pre-coronavirus come se nulla fosse successo. Alcune limitazioni dunque, al pari di determinati comportamenti, resteranno in uso per arginare possibili nuovi casi di contagio. Le misure di contenimento fin qui adottate hanno contribuito alla riduzione della diffusione del contagio, così come hanno influito pesantemente sulle abitudini personali e sociali.
È lecito quindi supporre che determinati comportamenti vengano procrastinati dalle autorità e dalle stesse persone, timorose di rivivere una nuova situazione d’emergenza. In attesa di un nuovo vaccino le paure resteranno vive e per questo un ritorno totale alla situazione precedente la diffusione del virus è difficilmente ipotizzabile, oltre che sconsigliabile dalle autorità sanitarie.
Stadi pieni, concerti, festival, sagre e grandi assembramenti non sono neanche presi in considerazione nel dibattito scientifico-politico al momento. Una strategia per un parziale ritorno alla normalità con l’apertura delle attività industriali e quelle commerciali invece sì. Il Governo sta vagliando misure di protezione che garantiscano la sicurezza degli operai dei commercianti e dei clienti per garantire la pubblica sicurezza e far ripartire il Paese.
Cosa succederà col graduale ritorno alla normalità?
Innanzitutto come ribadito dal Premier Conte le misure adottate fino al 3 aprile saranno procrastinate almeno per due settimane. Alcuni studi hanno delineato il rientro dell’epidemia e stabilito le probabili date della fine dell’emergenza. Gli eventi che prevedono grandi assembramenti saranno soggetti alle limitazioni per molto tempo. Il resto delle attività invece subiranno un graduale rientro alla normalità.
Bisogna immaginare però un rientro progressivo caratterizzato da uno stato d’allerta continuo volto ad individuare con prontezza nuovi casi di Coronavirus per intervenire con prontezza e isolare nuovi focolari. Il rischio di un’epidemia di ritorno resterà alto per molto tempo poiché una parte abbondante del paese rischia di infettarsi con un’eventuale seconda ondata.
Non bisogna illudersi dunque, ma prepararsi ad una quotidianità segnata da un elevato livello di guardia e sorveglianza. Resta da risolvere il nodo legato agli asintomatici positivi che non presentando sintomi restano di difficile individuazione. Secondo studi provenienti dalla Cina infatti la dispersione del virus causata dagli asintomatici durerebbe dai 4 o 5 giorni a cui bisogna aggiungere 15 giorni necessari all’incubazione e al manifestarsi dei sintomi. Si presume dunque che per tutelare la sicurezza pubblica il graduale rientro alla normalità sarà accompagnato da misure preventive e di sorveglianza.