Coronavirus: Mascherine lavabili e riutilizzabili in canapa
In Italia le mascherine proteggono la salute e l’ambiente
Indossarla ci fornisce una sensazione di tutela, propria e altrui, sicurezza. Protezione. L’ornamento attualmente più utilizzato, la mascherina, da alcuni mesi è entrata a pieno titolo a far parte del nostro abbigliamento quotidiano. Non più esclusiva di medici ed infermieri durante operazioni sanitarie, è diventata, indispensabile ma introvabile e con costi esorbitanti!
Tanti gli aiuti e le produzioni avviate per produrre mascherine in grandi quantità, visto il ricambio e l’utilizzo massiccio fatti durante “la prima fase” ossia il picco della pandemia, ma bisogna anche chiedersi dove andranno a finire una volta divenute obsolete.
Sta per iniziare la cosìddetta “seconda fase” del Coronavirus e la mascherina, anche se in modalità ancora non ben definite, sarà compagna di vita ancora per molto tempo.
La natura “usa e getta” della gran parte di esse certo non è di aiuto sia per i costi che per lo smaltimento. Paradossalmente quindi ciò che fornisce grande aiuto sanitario diviene un potenziale problema ambientale.
Ma anche in questo l’Italia cerca di non peccare, perché il made in Italy non è solo un ‘etichetta ma una realtà fatta di azienda che sono attente non solo all’artigianalità, ma anche e soprattutto alle necessità della comunità e dell’ambiente.
A differenza delle mascherine prodotte in Cina, le nostre, in buona parte non sono “usa e getta”, ma riutilizzabili e addirittura lavabili.
Di conseguenza molte realtà operanti nel comparto tessile, sia grandi che medie, da nord a sud si sono attivate per una produzione maggioritaria per fornire così in maniera rapida i presidi sanitari tanto richiesti, in particolare la Maeko con mascherine in canapa.
Le mascherine in canapa sono utili?
Le mascherine in fibra di canapa hanno un effetto naturalmente antibatterico. Questo vuol dire nessun trattamento ulteriore e vuol dire che forse tutte le mascherine potrebbero essere in canapa. Un segno di sostenibilità 100%, lavabili, impermeabili,protettive e già inviate, gratuitamente, al policlinico di Cagliari durante la fase di emergenza.
Secondo quanto racconta Cinzia Vismara, tutto è iniziato per caso, un giorno su Facebook, ascoltando un video che mostrava come alcuni medici, nella situazione epidemica,auspicassero al ritorno delle mascherine in tessuto, lavabili a 90° per essere riutilizzate. Così la Maeko inizia a realizzare dapprima i prototipi usando la canapa disponibile in magazzino. Parte così la lavorazione delle prime mascherine con l’idea iniziale di venderle, ma in seguito alla scoperta delle gravi mancanze negli ospedali di Cagliari, sono state regalate.