Moda

Coronavirus: gli aiuti di stilisti e grandi marchi della moda

Stilisti e brand in soccorso di ospedali e ricerca contro la pandemia di Coronavirus che sta coinvolgendo l'Italia e il mondo.

Coronavirus e moda sono due nomi che insieme danno un senso di improbabilità. Da sempre la moda è  sinonimo di frivolezza e  leggerezza nonostante sia stata invece portatrice e testimone di grandi rivoluzioni umanitarie e culturali.

“La moda è prima di tutto l’arte del cambiamento”, questa una delle citazioni  di John Galliano che maggiormente  racconta  il  mondo fashion, il suo essere motore di rivoluzione, evoluzione ed affermazione.
Senza contare poi che quello del fashion  oltre ad essere  il comparto trainante dell’economia italiana,  assieme all’artigianato, tiene alta l’asticella del Made in Italy nel mondo.Il sistema della moda italiana valeva, nel 2019, oltre 90 miliardi di euro. Un rialzo dello 0,8% .
Oggi la moda risente  della crisi economica  innescata dal COVID 19 più degli altri ambiti, ma nonostante tutto scende in campo e combatte non si risparmia, ma condivide i suoi averi, mettendoli a disposizione della ricerca e della comunità.

Giorgio Armani  è stato il primo brand ad aver riconosciuto la gravità della situazione e dopo aver chiuso tutti i punti vendita dal giorno del paziente 1 a Codogno, è stato il primo a sfilare a porte chiuse  e a creare una rete di solidarietà, stanziando un milione e 250 mila euro per vari ospedali (Sacco, Istituto dei Tumori, San Raffaele di Milano, Spallanzani di Roma), e per la protezione civile. Con la conseguente decisione poi di convertire tutti i propri stabilimenti italiani – Trento, Carrè, Matelica e Settima –  da giacche e vestiti a produzione di camici destinati agli operatori sanitari .

A seguirlo altri brand e stilisti, tra cui l’ingelse Burberry, che il 28 marzo ha comunicato l’utilizzo delle sue fabbriche dello Yorkshire per produrre camici e maschere ospedaliere. In particolare, si parla di una riorganizzazione  della  sua filiera globale per  la consegna di oltre 100.000 maschere chirurgiche e di una  riconversione della  fabbrica di trench a Castleford, nello Yorkshire, per realizzare camici e maschere non chirurgiche per i pazienti.

Anche la bellezza e la cosmesi scendono in campo contro il coronavirus! Ebbene sì, avete presente la boccetta di quel liquido indispensabile che tutti cercano e tutti hanno in borsa? Bene, proprio lui, il gel igienizzante, pensate un po’, prodotto nei laboratori di bellezza di LVMH, Davines, ovviamente l’ Erbolario e  udite udite Maison Bvlgari. È proprio vero, la bellezza salverà il mondo!

Lì dove si producevamo cosmetici per viso e corpo, adesso si realizzano gel idroalcolici, che composti di una buona percentuale di alcool agiscono eliminando batteri e virus.

Nello specifico  la Maison Bvlgari in seguito ad una cospicua donazione  all’Ospedale Spallanzani, da impiagare per l’acquisto di un microscopio 3D , ha deciso di produrre, insieme al suo storico partner ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, Lodi) flaconi di gel igienizzante (6.000 pezzi al giorno, 200.000 pezzi in due mesi) da fornire a tutte le strutture mediche.

Ed ancora l’Erbolario, eccellenza cosmetica del lodigiano, dopo la chiusura dell’azienda e dei negozi, è entrata in campo mettendo in produzione un gel igienizzante per le mani: 38mila flaconi sono già stati donati all’Ospedale Maggiore e alla Croce Rossa di Lodi, all’Ospedale Sacco e Niguarda di Milano. Altri 28mila flaconi all’Ordine dei Medici Chirurgi e Odontoiatri della Provincia di Lodi, Medici senza Frontiere, il Comando provinciale dei Carabinieri di Lodi e di Brescia, la Casa Circondariale di Lodi.
Possiamo concludere che Coronavirus e moda sono un binomia vincente!

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