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Corea del Nord: probabile sesto test nucleare

Secondo il vice ministro della Difesa sudcoreano Suh Choo-Suk, la Corea del Nord potrebbe programmare, da un momento all’altro, il lancio di nuovi missili o addirittura effettuare il sesto test nucleare. Intervenuto alla discussione parlamentare dedicata al lancio del missile a medio raggio di martedì deciso dal governo di Pyongyang, ha così dichiarato: “C’è la possibilità d’ulteriori provocazioni strategiche, comprensive sia di nuovi missili balistici sia del sesto test nucleare“.

Secondo Seul, il lancio del missile a media gittata è da considerarsi motivato dalla necessità da parte della Corea del Nord di dimostrare a tutto il mondo i miglioramenti tecnologici ottenuti. Il vice ministro Suh ha anche ricordato l’annunciata volontà di Pyongyang di colpire l’isola di Guam in territorio americano, mentre per quanto riguarda il confine intercoreano sembra non ci siano “indicazioni inusuali” di provocazioni tattiche come attacchi in stile guerriglia. Secondo sempre Suh, l’ultima mossa della Corea del Nord è coerente con la disapprovazione verso le manovre congiunte in corso tra Seul e Washington, denominate Ulchi Freedom Guardian (UFG) e considerate come prove generali di possibili attacchi ai propri danni.

Suh ha poi terminato il suo intervento dichiarando anche che “la Corea del Nord sembra aver cercato di guadagnare altro terreno nelle sue relazione con gli Usa” dimostrandoci così la capacità del nuovo missile balistico. Tra l’altro, secondo i militari sudcoreani il missile di martedì è stato lanciato a metà della sua gittata potenziale: il vettore Hwasong-12 a medio raggio è partito con un angolo definito “normale” e, nonostante la potenza ridotta, ha seguito la traiettoria di circa 2.700 km con un’altitudine massima di 550 chilometri.

 

D’altra parte, anche il Giappone è corso al riparo. In risposta alle minacce di Pyongyang, il ministero della Difesa giapponese ha chiesto un aumento record del proprio bilancio nell’anno fiscale 2018. L’importo, di 5.200 miliardi di yen (40,5 miliardi di euro), e’ pari a un incremento del 2,5%, e servirebbe, in parte, a coprire le spese per le nuove batterie di missili intercettori terra aria e sistemi navali di contraerea. Se venisse approvato dal parlamento, sarebbe il sesto aumento annuale consecutivo sotto la guida del premier Shinzo Abe dopo 10 anni di riduzioni.

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