Corea del Nord Guerra dichiarata dagli USA?
La situazione tra Washington e Pyongyang è incandescente: in serata l’intera stampa mondiale ha esposto sulle proprie piattaforme il titolo: “Trump dichiara guerra alla Corea del Nord”. La tesi, secondo cui il tycoon vorrebbe ricorrere all’intervento armato, è stata comunicata dal ministro degli esteri nordcoreano Ri-Yong-ho in occasione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Secondo il governo di Pyongyang l’operazione da parte dell’aviazione militare statunitense, che domenica scorsa ha sorvolato il confine nordcoreano, equivale ad un atto di incontrovertibile minaccia bellica.
La reazione della Corea
Ri-Yong-ho minaccia l’abbattimento dei bombardieri americani nel momento i cui questi dovessero avvicinarsi allo spazio aereo nazionale. Il ricorso alle armi da parte dei coreani sarebbe legittimato, secondo il ministro, dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite concernente il diritto all’autodifesa degli stati membri.
Poi Ri-Yong-ho ha chiamato in causa la comunità internazionale affermando: “Visto che gli Usa hanno dichiarato guerra al nostro paese, noi abbiamo il diritto di rispondere e di abbattere i caccia americani anche se non sono ancora all’interno dei nostri confini”
Reuters Insider – White House Sarah Sanders
“Nous n’avons pas déclaré la guerre à la Corée du Nord” https://t.co/NtQak3xHfD— ezints (@ezints) 25 settembre 2017
La smentita degli Usa
Washington ha immediatamente smentito tutto attraverso Sarah h. Sanders la portavoce della Casa Bianca: “Gli Usa non hanno dichiarato guerra alla Corea del Nord – e garantisce che – affermare il contrario è assurdo”. Sanders ribadisce inoltre che l’obiettivo principale di Washington è una pacifica denuclearizzazione della penisola coreana “e lo facciamo – assicura – attraverso le più forti pressioni economiche e diplomatiche”.
Tuttavia è pur vero che se da una parte gli statunitensi negano il ricorso alle armi, dall’altra non hanno intenzione di cedere un solo proiettile del loro “immenso arsenale” come lo ha definito R. Manning, portavoce del Pentagono, il quale sottolinea come “tutte le opzioni sono sul tavolo” e conferma: “Offriremo al presidente tutte le alternative necessarie se le provocazioni di Pyongyang continueranno”. Siamo tornati alle crisi dei missili. La storia si ripete