Coppa Davis: Nuova Formula, ecco come funziona
A prescindere da quello che è stato il risultato sportivo (solo per la cronaca, l’ultima “Insalatiera” la porta a casa la Croazia che ha battuto la Francia 3-1), ieri a Lilla, in Francia, si è consumato l’ultimo atto della Coppa Davis: la fine di un mito dello sport.
Una storia lunghissima, ultracentenaria, che va avanti dal 1900, già diversa da come ci era stata tramandata dai “padri fondatori”, da quei quattro ragazzotti dell’università di Harvard che proprio all’inizio del XX secolo, si misero in testa di sfidare gli Inglesi giocando a Tennis. E fu così che Dwight F. Davis, si inventò un ‘format’ e ordinò ai gioiellieri di Boston, ‘Shreve Crump&Low, una coppa d’argento, molto simile ad una ‘Insalatiera’, pagandola mille dollari.
Questa vecchia e decrepita ‘Signora’, piena di rughe, dagli abiti lisi e dal rossetto sbavato lascerà il posto ad una più giovane e frizzante edizione che non avrà nulla a che vedere con il vecchio formato.
La Davis, conosciuta da quelli della mia generazione (l’Italia la vinse in Cile nel 1976, con Panatta che sfidò il regime di Pinochet, indossando una maglietta rossa, simbolo dell’ opposizione), andrà in soffitta per fare posto ad una formula molto simile ai mondiali di calcio con tanti milioni nell’Insalatiera. Si disputerà in una sede unica, Madrid, in una settimana (18-24 novembre); prenderanno parte 18 nazioni, 12 usciranno dagli scontri diretti del primo turno.In più verrà data una wild card alle quattro squadre semifinaliste di quest’anno.
Questa la formula presentata dal gruppo Kosmos, è stata votata lo scorso agosto ad Orlando in Florida da tutte le Federazioni del Tennis mondiale che hanno inteso sacrificare la tradizione sull’altare dei milioni di dollari offerti dal potente gruppo presieduto da Gerard Piqué.
Quindi rassegniamoci e diciamo addio agli incontri di tre set su cinque spalmati sul weekend. Addio all’alternanza di match casalinghi e in trasferta, con spesse volte arbitraggi di parte (la storia della Davis ne è piena).
Mister Davis si rivolterà nella tomba a sapere che a fare la rivoluzione è stato un corpo estraneo al tennis, il difensore del Barcellona e della Nazionale spagnola Gerard Piqué, ambasciatore barbuto del dio denaro, che per tre miliardi di dollari, valore totale dell’operazione, si è aggiudicato la possibilità di organizzare un evento sportivo che, concentrato a fine stagione, porterà a Madrid tutti i top player del mondo della racchetta a confrontarsi e sfidarsi. Gli stessi che nel passato evitavano la Davis per inconciliabile divergenza di vedute con il loro calendario di tornei.
E allora? Non ci resta che aspettare per vedere all’opera i cambiamenti di una competizione storica che, a mio avviso, è stata totalmente rovinata.