Janssen di Johnson & Johnson potrebbe rappresentare il punto di svolta. Il vaccino monodose dovrebbe cambiare la campagna vaccinale (ma il condizionale è d’obbligo)
La vera grande novità della campagna vaccinale dovrebbe arrivare dal vaccino monodose Johnson & Johnson. Per la prima volta ci si imbatterà infatti in un vaccino che non necessita di alcun richiamo e che, soprattutto, può essere conservato a basse temperature.
Alla produzione di Janssen dovrebbe essere legata l’efficacia dell’intera campagna vaccinale, anche in Italia. Proprio il nostro paese resta in attesa di riceverne dosi in quantità massicce per garantire una spinta alla campagna di vaccinazione. Per molti potrebbe rappresentare la vera alternativa Astrazeneca soprattutto dopo i dubbi relativi agli effetti collaterali che hanno travolto gli anglo-svedesi.
Ma come funziona il vaccino Janssen di Johnson & Johnson?
Janssen è un vaccino monodose contenente un altro virus, comunque della famiglia degli adenovirus, modificato affinché possa contenere i geni necessari alla produzione della proteina che caratterizza SARS-CoV-2. La prima grande certezza è la risposta ad una delle domande più frequenti. Janssen infatti non contiene il virus del COVID-19: non c’è alcuna presenza di SARS-CoV-2 e quindi, a seguito dell’inoculazione non si può contrarre il virus (se non, ovviamente, per contagio diretto).
Il vaccino Johnson & Johnson viene somministrato una sola volta, tipicamente intramuscolo e nella parte superiore del braccio. Ma come funziona davvero Janssen?
Il funzionamento del vaccino Johnson & Johnson non differisce poi di molto dal vaccino Astrazeneca, pur presentando una serie di vantaggi che non caratterizzano il cugino anglo-svedese. Il vaccino funziona consentendo al nostro corpo di affrontare il COVID-19 comunicando alle nostre cellule dell’esistenza della proteina spike, proprio quella che consente al SARS-CoV-2 di entrare nel nostro organismo.
Il vaccino altro non fa che trasferire alle nostre cellulare le informazioni utili per produrre la proteina spike, il principale vettore di contagio. Il nostro sistema immunitario, riconoscendola come corpo estraneo, inizierà a produrre gli anticorpi necessari attivando i globuli bianchi per attaccarla.
In questo modo, immagazzinata l’informazione, ogni volta che una persona entrerà in contatto con SARS-CoV-2, il nostro sistema immunitario sarà in grado di produrre gli anticorpi necessari per aggradire la proteina spike e rendere il virus innocuo. Potremo dunque contagiarci ma non svilupperemo la malattia che contraddistingue il COVID-19.
Altra nota importante è la risposta all’altra domanda che tiene banco, soprattutto sui social? L’adenovirus può contagiarci? No. Il virus inoculato, infatti, viene reso del tutto innocuo.