Come e quando si revocano le concessioni autostradali
La decisione di revocare la concessione autostradale ad Aspi è slittata a gennaio
Revoca Concessioni Autostradali: la procedura
Chi è Aspi. Autostrade per l’Italia (Aspi) è la società responsabile della gestione del tratto autostradale ed è controllata dal gruppo Atlantia, il cui pacchetto di maggioranza relativa è nelle mani del gruppo Benetton. Aspi controllava anche il tratto autostradale in cui avvenne il crollo del ponte Morandi, da cui nacque il famoso “pomo della discordia”.
Concessione. Non è nient’altro che un atto amministrativo, nello specifico un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto, con cui la pubblica amministrazione consente a un concessionario l’esercizio di un’attività o l’uso di determinate risorse. In questo caso, stabilisce l’articolo 3 del codice dei contratti pubblici, si tratta di una “concessione di servizi” per Aspi.
Motivi della revoca. La concessione può essere revocata per diversi motivi secondo l’articolo 176 del codice dei contratti pubblici. Può avvenire “per inadempimento dell’amministrazione aggiudicatrice o […] per motivi di pubblico interesse” o ancora “per inadempimento del concessionario”.
Nel caso in cui si applica piuttosto l’art. 1453 del codice civile, l’inadempimento dev’essere valutato e accertato dalla magistratura. In caso di accertamento, l’amministrazione aggiudicatrice può revocare la concessione al concessionario senza dover pagare penali. In altre parole, lo Stato può procedere con la revoca della concessione ad Aspi e, addirittura, chiedere il risarcimento del danno.
Viceversa, se lo Stato decide di revocare la revoca senza attendere il verdetto dei giudici, o venendo meno ad una sentenza che non dichiari l’inadempimento del concessionario, a quel punto deve risarcire i costi sostenuti, pagare le eventuali penali e indennizzare il mancato guadagno.