Cronaca

Ciclone Idai in Mozambico e Zimbabwe: almeno mille i morti

Quattro giorni dopo il passaggio della gigantesca perturbazione tropicale, il ciclone Idai ha seminato la morte in Mozambico. Il ciclone è il peggiore ad aver colpito il Paese da quando, nel 2000, Eline devastò la parte orientale e meridionale del Paese. Secondo un’agenzia delle Nazioni Unite, in Zimbabwe sono 5,3 milioni le persone che hanno bisogno di aiuti alimentari. «Le vittime potrebbero essere almeno mille. E’ un disastro di proporzioni enormi – ha detto sgomento il capo dello Stato – interi villaggi sono scomparsi, le comunità sono isolate e i corpi galleggiano sulle acque». La Croce rossa internazionale ha confermato che l’area di Beira è stata «distrutta al 90%».

Ciclone in Mozambico: danni incalcolabili

«La situazione è terribile – ha detto Jamie LeSueur, capo regionale della Federazione della Croce rossa e della Mezzaluna rossa – Le linee di comunicazione, come le strade, sono interrotte. Beira è senza corrente, ma la situazione fuori città potrebbe essere peggiore. Domenica una grande diga ha ceduto e ha interrotto l’ultima strada che portava in città».

«I racconti che ci sono arrivati sono davvero allarmanti – ha spiegato Giovanna De Meneghi, coordinatore dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm nel Paese – Nell’ospedale centrale il blocco operatorio è inagibile, così pure la Neonatologia, che è stata spostata nel nuovo edificio della Pediatria, a sua volta scoperchiata. Il pronto soccorso, anch’esso scoperchiato, è senza acqua e luce, il pavimento è coperto da almeno cinque centimetri di fango e acqua. Tutto intorno c’è un odore nauseabondo, mentre continuano ad arrivare corpi e feriti e l’ospedale cerca di rispondere come può».

La città portuale di Beira, nel centro del Mozambico, è stata una delle più colpite: il 90 per cento degli edifici è stato distrutto o danneggiato. La città, dove vivono circa 530 mila persone, è rimasta senza elettricità e in molti si sono rifugiati sui tetti e sugli alberi in attesa di essere soccorsi, mentre il livello dell’acqua ormai era salito fino alle finestre delle case.

 

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