Arte e Cultura

Chi era Anna Maria Mussolini? La biografia dell’ultima figlia del Duce

La breve e travagliata vita dell'ultima figlia di Mussolini e di Rachele

Chi era Anna Maria Mussolini? La breve e travagliata vita dell’ultima figlia di Mussolini e di Rachele

“La gambina le cede e va in terra. Cade spesso. Ieri davanti a me è caduta così, le va sotto la gamba, quasi non avesse più forza…” affidò questi pensieri Benito Mussolini alle pagine di un diario, raccontando di sua figlia, la più piccola, la più fragile, Anna Maria. Anna Maria nacque il 3 settembre 1929 a Villa Carpena (Forlì), quinta ed ultima figlia di Benito e Rachele Guidi, prima consorte del Duce. La sua nascita, fu l’occasione per riunire la famiglia che fino ad allora era divisa tra Milano e Roma. Villa Torlonia, una tranquilla zona della capitale, fu la dimora dove la piccola Anna Maria trascorse l’infanzia insieme ai suoi genitori e ai suoi fratelli più grandi.

L’infanzia felice e l’esordio della malattia

La vita di Anna Maria era diversa rispetto a quella delle sue coetanee. Assistette a visite di personaggi illustri quali Gandhi e Walt Disney, solo per citarne alcuni; effettuava voli sul velivolo del padre; si divertiva con gli animali esotici ospitati nel giardino della villa; le estati e le vacanze trascorse puntualmente a Riccione si susseguivano anno dopo anno. Tutto trascorse tranquillamente fino al 1936 quando la piccola si ammalò di poliomielite a soli sette anni e sfuggì alla morte.

Per il Duce e sua moglie Rachele furono giorni di pura angoscia. “Questa mattina ha fatto un gran pianto. Si è tanto inquietata povera piccola, perché non voleva andare a scuola con la sottanina corta fin qui. E anche il grembiulino le si è fatto corto, perché è cresciuta. È venuta nella mia stanza, era talmente inquieta che non ha aperto bocca … è di una tale sensibilità che non bisogna addolorarla … no, ancora non sta bene, corre perché si dimentica e poi tac, la gambina le cede e va in terra. Cade spesso. Ieri davanti a me è caduta così, le va sotto la gamba, quasi non avesse  più forza. Si rialza da sé, sai, non parla, non dice nulla, ma si avvilisce. Fa una faccina, povera cara…” scriverà Mussolini.

La lunga agonia

Mussolini, seppur alle prese con la crisi internazionale conseguente alla guerra d’Etiopia, abbandonò tutti gli affari di governo e accorse al suo capezzale. Furibondo ed impotente, frastornato ed addolorato ai giornalisti disse: «Io che ho dato all’Italia l’Impero non possa fare nulla per mia figlia!» Lo spietato Duce si lasciò andare ad un pianto liberatorio quando ricevette in dono una bambola per la sua piccola. La bimba si salvò ma restò per sempre segnata nel fisico.

Rachele suggerì al marito di ritirarsi dalla scena politica e dedicarsi alla famiglia. Ma il Duce seppur provato dalla condizione della figlia decise di continuare le sue mire politiche. Nei suoi temi scolastici Anna Maria raccontò il suo legame profondo con la madre e con il padre. Di lui scriverà: «Amo il Duce perché ha fatto tanto per la nostra Patria e perché è mio padre». 

La sua vita in un diario

In un diario Anna Maria annotava con puntigliosa precisione le sue giornate scandite tra la scuola, i compiti, le sedute fisioterapiche, le lezioni di tedesco, i giochi e gli sport praticati nonostante i problemi fisici, le partite a tennis con un padre competitivo nel privato quanto in politica. E poi, ancora le domeniche allo stadio, i film proiettati ogni sera nel salone cinematografico di Villa Torlonia e l’infatuazione per l’attore Massimo Girotti. Anna Maria aveva un sorriso luminoso e spontaneo nonostante fosse costretta ad indossare un busto per tenersi in piedi e camminare.

L’arresto del padre e la fuga

Quando il Duce venne arrestato, Anna Maria venne confinata insieme alla madre e al fratello Romano alla Rocca delle Caminate. Fu l’ultima parentesi di serenità per la famiglia Mussolini. Nella sua ultima lettera, prima della fucilazione, Mussolini raccomandò alla moglie di prendersi cura della piccola Anna Maria.

Rachele con i suoi due figli tentò di fuggire in Svizzera ma il 30 aprile vennero respinti a Chiasso e catturati dai partigiani ma salvati dagli Alleati, che si presero cura di lei e dei due figli più piccoli riuscendo a recuperare il busto, vitale per Anna Maria, perduto nella fuga. Seguì poi il confino ad Ischia per ben tre anni vissuto in estreme condizioni di povertà.

Il ritorno a Roma e la carriera da giornalista

Qualche anno più tardi Anna Maria tornò a Roma. Nonostante i dolori e le sofferenze dell’adolescenza riuscì a diventare una bravissima conduttrice di Radio Rai adottando uno pseudonimo. I problemi di salute non l’abbandonarono mai (nel 1953 viene sottoposta ad un delicato intervento alla spina dorsale). Nel 1960, a Cortina d’Ampezzo, conobbe l’uomo della sua vita Giuseppe Negri, presentatore di spettacoli.

La notizia fece impazzire il Gossip. I due decisero di sposarsi nel giugno seguente e nel 1961 Anna Maria diede alla luce Silvia seguita poi due anni dopo da Edda. Anna Maria felice, trovò lavoro in radio e condusse interviste a personaggi famosi. Un giornale filocomunista scoprì, però, la sua vera identità e per questo venne licenziata.

Il tragico destino e la morte

Il nefasto fato irruppe nuovamente nella vita di Anna Maria. Nell’aprile del 1968 la figlia Edda prende la varicella e la trasmise alla madre già operata per un tumore al seno due anni prima. La varicella le provocò un’endocardite che la portò alla morte all’alba del 25 aprile una data simbolo tra i tanti avvenimenti della storia d’Italia che videro protagonista la sua famiglia.

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