Referendum Catalogna risultati: sì oltre 80%, discorso di Rajoy
Le urne in Catalogna sono già chiuse da ore e i primi risultati parziali iniziano a circolare informalmente. Com’era prevedibile il sì ha già stravinto in alcune circoscrizioni, numerose anche le schede bianche. Il “sì” supererebbe l’80%; l’affluenza molto alta. Tristemente imprevedibile, però, è il bilancio dei feriti.
Secondo il servizio di ambulanze circa 800 cittadini avrebbero richiesto cure mediche nella giornata di oggi, non si hanno notizie invece per l’uomo colto da infarto all’irruzione della polizia.
Al momento, mentre continua lo scrutinio nelle grandi città dove si sono protratte le operazioni di voto, i manifestanti sono riuniti in Plaza Catalunya. Si alternano momenti di festa e momenti di scontro con la polizia. Un maxischermo è stato installato per seguire tutti gli sviluppi degli scrutini ed i discorsi istituzionali che si susseguono.
Scrutinio Referendum, il discorso di Puigdemont
Alle 22:30 in diretta sulla televisione catalana è andato in diretta il discorso istituzionale del presidente Puigdemont. Dopo aver fatto un bilancio della giornata odierna ed aver ringraziato chiunque abbia votato, l’appello principale è all’Unione Europea.
Appellandosi alla carta dei diritti e ricordando la natura europea della Catalogna il presidente chiede agli organismi comunitari di riconoscere il risultato del referendum. Nessuna menzione al parlamento spagnolo e al premier Rajoy, non sono mancate critiche per la gestione poliziesca della giornata e per la soppressione di diritti fondamentali.
Alle 20:30 il discorso di Rajoy
Grande attesa per il discorso del premier di Madrid, rimasto silente tutto il giorno. “Non c’è stato alcun referendum oggi – così ha esordito il Presidente – Oggi abbiamo visto come lo stato di diritto ha risposto a forza a chi lo contrasta. Abbiamo assistito ad una farsa, hanno cercato di incidere sui giornalisti e sfruttato bambini. I responsabili sono chi ha promosso la rottura della convivenza. Le richieste politiche non possono arrivare con una rottura della legalità”.
Volontà di mediazione nelle parole finali: “La convivenza è un bene che inizieremo a recuperare quanto prima e lo dico con tutta forza: io non chiudo nessuna porta, sono sempre stato aperto al dialogo nel quadro della legge e della democrazia – ricorda Rajoy – La Spagna ha sempre creduto in accordo e così deve essere. Hanno avuto delle opportunità di fare un passo indietro e non lo hanno voluto, io ci ho provato ma non siamo stati ascoltati.”
Le parole delle altre forze politiche
Ciudadanos ed il PSOE hanno confermato le parole del premier appartenente al Partito Popolare. Il referendum è stato visto come un’azione unilaterale e violenta, gli stessi non hanno esitato a dare la colpa al governo catalano.
Voce che si discosta da quella degli altri partiti è quella di Pablo Iglesias, presidente di Podemos, che ha chiesto di sfiduciare il premier Rajoy e di ripetere il referendum in un clima meno emergenziale.
Nessuna dichiarazione giunta dall’Unione Europea, anche se la stampa britannica ritiene probabile la divulgazione di una nota ufficiale, unica voce di Guy Verhofstad leader di Alde che ha chiesto di terminare immediatamente le azioni violente.