Cannabis light: stop vendita dal Consiglio Superiore Sanità
Il Consiglio Superiore della Sanità dice no alla vendita di cannabis light. In alcuni soggetti, come anziani e donne in allattamento, non sono stati ancora ben valutati gli effetti del Thc. In via precauzionale, quindi il Css chiede lo stop alla vendita della cannabis light.
“Non può esserne esclusa la pericolosità”, questo il parere del Consiglio che riguarda la marijuana legale, cioè quei “prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa” (con livelli di Thc inferiori allo 0,2 %) in vendita nei ‘canapa shop‘, in tutta Italia. I rischi per la salute, spiega il Css, riguardano il principio attivo dei cannabinoidi: “La biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni non può essere trascurata, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili”. Un no secco e deciso quello del Consiglio che ora rischia di mandare in subbuglio il mercato dei canapa shop, diffusi in Italia. I prodotti contenenti cannabis sono attualmente venduti come articoli da collezione, dunque non è merce destinata al consumo. Il Consiglio superiore della Sanità mette però in guardia rispetto ad un’eventuale somministrazione degli stessi. La decisione di vietare la vendita spetta al Ministero della Salute.
Cannabis: coltivati 4.000 ettari in Italia
In 5 anni, le coltivazioni di cannabis sono arrivate a ricoprire circa 4.000 ettari di terreno. La Coldiretti chiede che sia fatta chiarezza “per tutelare i cittadini e le centinaia di aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa, dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli V.G. Sicilia e Sardegna”. Un giro di affari stimato intorno ai 40 milioni di Euro, tanto più che con la legge 242 del 201,6 non occorre alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2%. E’ previsto soltanto l’obbligo di conservare, per almeno dodici mesi, i cartellini delle sementi utilizzate.