Cannabis, autoproduzione non è reato penale: la sentenza della Cassazione
Secondo una sentenza della Cassazione non è un reato penale coltivare due piante per uso personale
La cassazione con una sentenza del 16 aprile ha stabilito che la coltivazione di modiche quantità di cannabis per uso personale non costituisce più un reato penale.
In Italia il controverso tema della legalizzazione e del consumo di marjiuana si arricchisce di un nuovo capitolo.
La sentenza della cassazione
Il 16 aprile 2020 la cassazione ha emanato una sentenza storica sulla cannabis e il suo utilizzo per fini puramente personali. In Italia sarà possibile coltivare quantità minime di marijuana, massimo due piantine, senza più incorrere in provvedimenti penali. Bisogna però specificare che la coltivazione, seppur minima, non è legale e costituisce ancora una violazione della legge punibile con una sanzione amministrativa ed una relativa multa. Il provvedimento tanto atteso dai consumatori potrebbe aprire un nuovo spiraglio nel dibattuto tema della legalizzazione e animare la discussione politica sul tema.
La Corte di Cassazione con la sentenza 12348/2020 ha confermato quando già emesso in una nota provvisoria del 19 dicembre 2019 deliberando quanto segue: “Il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, essendo sufficienti la conformità di tipo botanico e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanze stupefacenti. Devono però ritenersi escluse, in quanto non riconducibili nell’ambito della norma penale: le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore“.
Legalizzazione della cannabis
Questa sentenza riaccende il mai sopito dibattito sulla legalizzazione della cannabis. Difatti mentre nella maggior parte dei paesi europei vige un sistema di tolleranza nei confronti del consumo personale in Italia è un reato possederla o coltivarla. Negli ultimi anni però è aumentato il fenomeno della cannabis light che ha un contenuto di THC inferiore all 0,5% e non produce effetti collaterali o indesiderabili. Bisogna tenere bene in considerazione che la sentenza della cassazione non ha permesso il consumo di cannabis che resta tutt’ora punibile penalmente ed amministrativamente.