Insegnanti in balia di bulli e genitori violenti. Nell’ultimo mese ci sono stati diversi episodi di insegnanti aggrediti, picchiati, vilipesi, sviliti e umiliati da studenti bulli o, peggio, dai loro genitori. E forse, per una volta, non è così fuori luogo usare il termine “emergenza”.
In merito ai video diffusi in rete in cui si vedono studenti mentre minacciano o aggrediscono verbalmente i propri docenti, è intervenuta il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli che intervistata a TGCOM24. ha detto: “Minacce, offese, violenze verso i docenti sono inaccettabili. Serve una linea rigorosa responsabile di attuazione delle sanzioni che sono già previste dal regolamento. Di fronte a fatti come quelli avvenuti a Lucca e Velletri e anche oggi chi compie quegli atti va sospeso. Il Consiglio deve valutare e nei casi più gravi lo studente deve essere sanzionato fino a non essere ammesso agli scrutini finali. Il tema è che le regole ci sono e vanno applicate”.
C’è da dire che molto spesso questi fatti restano impuniti e circoscritti all’interno delle mura scolastiche senza conseguenze penali. Si cerca di coprire piuttosto che denunciare.
La violenza sta uccidendo la scuola e gli insegnanti sono continuamente posti sotto una costante spirale di pericolo. Se un ragazzo aggredisce o addirittura entra nella scuola armato di un coltello allora significa che il sistema-scuola ha fallito e che si trova impotente di reagire a situazioni di questo genere. Prima o poi accadrà anche da noi che qualche studente entrerà a scuola armato di pistola e faccia una strage così come succede in America.
Bisogna prendere atto che la famiglia non è in grado di controllare l’operato dei figli. La scuola, che molto spesso svolge mansioni di supplenza alle assenze dei genitori, si sente sola è abbandonata, incapace di arginare un fenomeno che sta assumendo proporzioni veramente preoccupanti. Non si può delegare tutto alla figura del docente la cui responsabilità sugli alunni oggi pesa come un macigno. È necessario che la scuola venga supportata da altre figure professionali che accompagnano gli studenti in un percorso di educazione alla cittadinanza e capiscano quali sono i disagi che vivono i giovani di oggi. Gli insegnanti non possono lavorare all’interno delle istituzioni scolastiche con la crescente paura di essere minacciati e aggrediti.
I docenti sembrano essere diventati ormai da alcuni anni l’anello debole del sistema scolastico: alunni e genitori ormai non ne riconosco più il ruolo sociale e quotidianamente registriamo azioni violente, intimidazioni, fino ad arrivare alle riprese video che poi vengono diffuse nei social media.
Non si può continuare a parlare di scuola quale luogo di formazione e di educazione e poi registrare quotidianamente oltraggi e volgari attacchi all’Istituzione ed ai suoi operatori. Sembra ormai essere divenuta una “normalità” sentire e leggere attraverso gli organi di stampa il ripetersi di violenze fisiche o intimidazioni verso docenti.
Diceva Socrate che “la conoscenza è la condizione essenziale per fare il bene: di fronte alla barbarie della società”. La scuola deve ritornare ad essere il luogo dove i giovani possano apprendere quella conoscenza che li guidi ad essere uomini, cittadini, lavoratori.