Attualità

Bruno Poy: Maurizio Scandurra ricorda l’avvocato e politico italiano

Lo scorso 15 marzo, all’Ospedale ‘Mauriziano’ di Torino dopo un’agonia di sette mesi dovuta a un male incurabile, si è spento Bruno Poy, avvocato di fama nazionale che lo scorso 21 giugno avrebbe compiuto 62 anni. Torinese di nascita ma vercellese d’adozione, nel corso della sua vita si è trovato spesso al fianco di politici di grido e altrettanto rinomati imprenditori italiani, nella città della ‘Fiat’ aveva un prestigioso studio legale in Piazza San Carlo, oltre che a nel pieno centro storico di Vercelli e Roma.

Bruno era figlio di Lorenzo Francesco Poy e Metilde Grignoglio – ricorda commosso il giornalista e critico musicale Maurizio Scandurra, amico fraterno del grande avvocato prematuramente scomparso – e crebbe nella Bassa Vercellese. Un’area agreste del Piemonte che la gente del luogo chiama, amorevolmente, ‘il mare a quadretti’, per via del caratteristico allagamento dei campi durante la coltivazione del riso, la cui lavorazione in un’antica struttura (tuttora esistente nel centro storico di Palazzolo Vercellese, ma ormai inattiva) costituiva l’attività principale dei suoi genitoriBruno venne alla luce parecchio tardi: motivo per cui perse i genitori, entrambi in età avanzata, poco più che trentenne, prima di sposarsi. Ricordo benissimo che il Poy andava fiero di un quadro molto suggestivo e dalle grandi dimensioni, che campeggiava nel suo studio legale, appeso sul muro alle spalle della poltrona e della scrivania su cui lavorava da quasi quarant’anni”.

“Un giorno mi raccontò che quell’amata opera d’arte – che avrebbe tanto desiderato, un domani, donare a suo figlio, come mi ripeteva sempre ogni volta che tornavamo, casualmente, sull’argomento, non appena quest’ultimo fosse stato più grande – era il ricordo più caro che aveva dei suoi adorati e mai dimenticati genitori. Era stato il dono di nozze di Ettore Fico, celebre pittore piemontese del ‘900, a suo padre Lorenzo, in nome dell’amicizia che li legava. Bruno mi confidò che, ancora bambino, d’estate i suoi lo portavano spesso in vacanza a Favaro, poco distante da Piatto Biellese, paese natìo di Fico: che, proprio come suo il suo papà, era stato prigioniero di guerra in Africa Settentrionale durante la Seconda Guerra Mondiale. Avevano condiviso anche il dramma del conflitto”.

Bruno Poy: un Avvocato illuminato

Bruno Poy era un Avvocato con la ‘A’ maiuscola, capace di esercitare la professione a 360° –  prosegue Scandurra nel suo toccante ricordo – numerosi i processi vinti nelle aule dei tribunali in tutta Italia, affrontando contestualmente molteplici e complesse branche del diritto. Lo caratterizzava una mente acuta e finissima: la giurisprudenza, per lui, non aveva davvero segreti. Possedeva altresì una memoria di ferro, una genuina curiosità intellettuale, una vasta cultura nei più disparati ambiti dello scibile e un altrettanto eccezionale eclettismo mentale, unito a una formidabile velocità di pensiero. Desiderava da tempo una cattedra universitaria, sarebbe stato certamente un docente superlativo ed esemplareCon Bruno Poy fu amicizia fraterna a prima vista. E’ stato un padre, un Maestro, un insuperabile punto di riferimento in tutto. Memorabili le cene insieme alla storica ‘Trattoria Operaia I Galli’, cui ci ritrovavamo spesso a tavola in quel di Crescentino, a fine giornata, partendo in auto io da Torino e lui da Vercelli per parlare di lavoro, religione, cronaca, politica, arte e buon governo, spesso e volentieri anche in compagnia del caro amico comune e stimato giornalista Rai Andrea Caglieris. Così come conservo nel cuore i piacevoli momenti conviviali a casa del caro Bruno in compagnia della moglie Monica Tibaldi, noto architetto, e del figlio Caio Attilio: che il grande avvocato, da uomo di profonda fede qual era, così battezzò in nome del Santo Papa, patron di Palazzolo Vercellese, paese ove ha sempre vissuto e di cui fu più volte amatissimo primo cittadino e consigliere comunale”.

Bruno Poy: una vita per la politica

Esponente di spicco della Democrazia Cristiana di Carlo Donat-Cattin, Sindaco storico per 14 anni di Palazzolo Vercellese, comune in cui risiedeva, è stato anche Assessore con varie deleghe (al personale, formazione, controllo di gestione, politiche residenziali) e Consigliere Comunale alla Città di Vercelli dal 2004 al 2010 (nella prima Giunta guidata da Andrea Corsaro), candidandosi anche a Primo Cittadino di quest’ultima nel 2014 per le liste dell’NCD di Angelino Alfano, attuale Ministro degli Esteri e Maurizio Lupi, ex vertice in quegli anni del Dicastero ai Trasporti e alle Infrastrutture. Nel suo programma elettorale, caratterizzato dagli slogan ‘Cambiamo Vercelli d’ora in Poy’, con evidente gioco di parole allusivo al suo curioso cognome, e ‘Un visionario competente’ (così come egli stesso amava definirsi), figuravano idee innovative in materia di sburocratizzazione, semplificazione e accesso alle principali linee di finanziamento a mezzo Fondi Europei previsti da Bruxelles tesi tutti alla riqualificazione, riorganizzazione e riassetto delle città metropolitane.

Come politico appassionato e altrettanto genuino, mosso da nobili intenti nonché integerrimo nel rispetto dei valori fondamentali, appassionato di buon governo e res publica, Bruno Poy ha militato dal 1993 nel CCD prima, e nell’UDC di Pier Ferdinando Casini, Rocco Buttiglione e Michele Vietti, partito di cui ricoprì anche la carica di Presidente Provinciale a Vercelli. Tentò anche di ottenere un seggio in Regione Piemonte come Consigliere alla tornata elettorale con l’allora Presidente Mercedes Bresso”, procede nel ricordo Maurizio Scandurra: “Juventino doc, appassionato di sport, Bruno Poy era l’avvocato dell’Amatori Hockey e della Pro Vercelli, attualmente in Serie B, che in segno di rispetto giocò con il lutto al braccio contro il Verona, nel primo match dall’addio al legale delle bianche casacche. Una squadra di cui è sempre stato grande tifoso e di cui non perdeva mai una partita: memorabili le sue trasferte al fianco del valente Massimo Secondo, affermato imprenditore e presidente del noto Club calcistico, suo amico fraterno sin dai tempi della giovinezza”, conclude il suo intervento Maurizio Scandurra.

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